Verso l’8 marzo: la serie di poster che celebra le grandi donne della scienza

1 Marzo 2019

maryam-mirzakhan Amanda Phingbodhipakkiya women in sciencei

Non solo Marie Curie. Se volessimo ripercorrere la storia della scienza, prendendo in esame tutte le sue declinazioni e discipline, quali figure femminili emergerebbero?
Fornire modelli di ispirazione nei quali anche le ragazze possano riconoscersi, osservare la realtà e analizzare la storia con modalità più eque e inclusive: sono alcune delle ragioni che hanno spinto la designer Amanda Phingbodhipakkiy a sviluppare una speciale collezione di poster tematici.

Disponibile in free download, la serie si compone di sei creazioni grafiche inedite che celebrano le donne nella scienza e i loro traguardi. Per l’autrice, si tratta di opere adatte a essere esposte negli ambienti scolastici o nella stanza dei bambini, che tuttavia potrebbero sprigionare il loro potenziale comunicativo e informativo anche in altri luoghi ad alta frequentazione, come biblioteche o centri culturali.
Katherine Johnson, Rosalind Franklin, Maryam Mirzakhani, May Britt Moser, Chien Shiung Wu e Mae Jemison sono le donne protagoniste del progetto; le loro parabole, umane e professionali, aprono un importante varco nella narrazione stereotipata dei protagonisti internazionali del mondo scientifico.

Un esempio? Classe 1956, Jemison è un ingegnere e fisico statunitense, nonché un’astronauta della NASA; è stata la prima donna di colore a viaggiare nello spazio. La memoria del suo viaggio, a bordo dello Space Shuttle Endeavour, emerge con forza nel poster che associa il suo ritratto fotografico al numero 92, relativo all’anno in cui è avvenuta la sua missione.
Più recente – e forse più nota – è la storia della professoressa di matematica Maryam Mirzakhani (cui è dedicato il poster in apertura). Docente alla Stanford University dal 2008, ha ricevuto nel 2014 la Medaglia Fields: è stata la prima donna a vincerla, oltre ad essere stata la prima persona di cittadinanza iraniana insignita di tale riconoscimento. Nel 2017 è prematuramente scomparsa a causa di un cancro, ma la sua determinazione e le sue ricerche continueranno a essere di ispirazione, non solo in Medio Oriente.