La storia dell’Arte Povera (e di una celebre galleria) in mostra a Milano

18 Dicembre 2019


Dopo l’esperienza espositiva dedicata alla Galleria dell’Ariete, celebre per aver introdotto in Italia gli artisti americani di Leo Castelli, l’ICA – Istituto Contemporaneo per le Arti di Milano continua la sua ricerca tra le eccellenze della storia dell’arte nazionale. A racchiudere lo spirito di questa riflessione è il programma Gallery Focus: un percorso in capitoli che porta all’attenzione del pubblico l’operato delle gallerie italiane che, più di altre, hanno contribuito a definire l’identità artistica del nostro Paese dagli anni Cinquanta a oggi.

A salire sul palco in questo secondo appuntamento è la galleria Multipli di Torino. Attiva dal 1970 al 1975 grazie alla passione di Giorgio Persano, lo spazio si definì sin dal suo esordio come uno dei centri sperimentali più attivi del tempo.

A contraddistinguerla, rispetto all’offerta pure abbondante di quegli anni, era la proposta di opere d’arte esclusivamente a tiratura seriale, capaci di arrivare a un pubblico di persone e di acquirenti più vasto rispetto agli standard della tradizione. La scelta, che coinvolse fin da subito i nomi più noti dell’Arte Povera e dell’Arte concettuale, risultò vincente, facendo della galleria un caso di studio singolare, se non altro per il fermento sperimentale che la interessò nel breve ma intenso periodo della sua esistenza.

LA MOSTRA ALL’ICA

Presentata già nel 2014 a Berlino, e ora riproposta in veste aggiornata, la mostra – dal titolo Arte Povera e “Multipli”, Torino 1970-1975 –, si propone come una somma di quell’esperienza sperimentale, offrendo ai visitatori un inedito percorso storiografico e visuale tra documenti d’archivio, fotografie, scritti critici, cimeli del tempo e naturalmente una selezione di opere dei maggiori protagonisti coinvolti nell’esperienza: da Giovanni Anselmo ad Alighiero Boetti, da Giulio Paolini a Giuseppe Penone. Curata da Elena Re, la rassegna resterà aperta al pubblico fino al prossimo 2 gennaio.

[Immagine in apertura: SALVO, Amare Me, 1971, incisione su marmo, 29.5 x 42 cm
Edizioni Multipli – Torino, 20 ex. © Archivio Salvo]