L’America a colori di Edward Hopper, a Basilea

19 Gennaio 2020

Edward Hopper, Railroad sunset, 1929. Oil on canvas, 74.5 x 122.2 cm. Whitney Museum of American Art, New York; Josephine N. Hopper Bequest, Inv. N.: 70.1170. © Heirs of Josephine Hopper / 2019, ProLitteris, Zurich. Photo: © 2019. Digital image Whitney Museum of American Art / Licensed by Scala

La stagione espositiva della Fondation Beyeler di Riehen, a poca distanza dal centro di Basilea, sta per alzare il sipario, schiudendo le porte della prima mostra targata 2020. A inaugurare il nuovo calendario di eventi è la pittura di Edward Hopper, in scena nella fondazione svizzera dal 26 gennaio al 17 maggio.

La rassegna si concentrerà in particolare sui paesaggi e le vedute urbane d’oltreoceano, ritratti da Hopper con l’abituale maestria nel combinare ombre, colori e tagli di luce. Nonostante si tratti di soggetti poco indagati dalle retrospettive intitolate all’artista, questi temi sono fondamentali per comprendere la poetica di Hopper, caratterizzata da uno sguardo acuto sullo scenario che lo circondava.

LE OPERE IN MOSTRA

Acquerelli e dipinti a olio datati fra gli anni Dieci e Sessanta del secolo scorso faranno immergere il pubblico in atmosfere sospese, dove la figura umana è perlopiù assente e a dominare sono le trame cromatiche e gli effetti luminosi creati da Hopper per evocare luoghi quotidiani solo in apparenza banali – stazioni di servizio, bar, sale di teatro.

Impreziosisce la mostra il cortometraggio Two or three things I know about Edward Hopper, firmato da Wim Wenders e proiettato in 3D. Un vero e proprio tuffo nell’immaginario pittorico dell’artista americano, raccontato da un genio del cinema contemporaneo.

[Immagine in apertura: Edward Hopper, Railroad sunset, 1929. Oil on canvas, 74.5 x 122.2 cm. Whitney Museum of American Art, New York; Josephine N. Hopper Bequest, Inv. N.: 70.1170. © Heirs of Josephine Hopper / 2019, ProLitteris, Zurich. Photo: © 2019. Digital image Whitney Museum of American Art / Licensed by Scala]