Al via i lavori di ricostruzione del castello di Okinawa

31 Marzo 2020


Sono passati pochi mesi da quando l’antico Castello Shuri, simbolo della prefettura di Okinawa, è stato raso al suolo dall’ultimo devastante incendio (nell’immagine in apertura). Una notizia che aveva scosso non poco l’opinione pubblica, vista la rilevanza del sito. Dal 2000, infatti, la struttura – tra le mete più turistiche del Paese – era stata dichiarata Patrimonio Unesco, entrando a pieno titolo nell’“olimpo” dei luoghi storici più preziosi del pianeta.

Da qualche giorno il governo giapponese ha annunciato il progetto di ricostruzione del vecchio edificio, che – stando alla tabella di marcia dei lavori – potrà riaprire al pubblico entro il 2026. Il piano di riedificazione non prevede al momento stravolgimenti architettonici rispetto alla struttura prima del disastro, mentre verranno rafforzate le misure anti-incendio attraverso l’installazione di irrigatori, allarmi automatici per rilevatori di fumo e sistemi strutturali per consentire lo spegnimento tempestivo del fuoco in caso di ulteriori sciagure.

LA STORIA DELL’EDIFICIO

Situato nella città di Naha, il Castello Shuri rappresentò a lungo il cuore amministrativo del regno di Ryukyu, che governò sul territorio per 450 anni, prima dell’integrazione della prefettura di Okinawa da parte giapponese (avvenuta nel 1879). Gravemente compromesso durante la Seconda Guerra Mondiale, il complesso architettonico tornò al suo splendore solo nel 1992, quando venne riaperto al pubblico all’interno di un parco nazionale.

L’incendio dello scorso ottobre, causato probabilmente da un guasto elettrico, rase al suo oltre 4mila metri quadrati di struttura, demolendo i sei edifici in legno presenti sul sito. Il disastro non fu tuttavia l’unico a interessare il patrimonio architettonico mondiale nel 2019. Solo pochi mesi prima, a Parigi, la guglia della cattedrale di Notre-Dame bruciava, lasciando il mondo mondo col fiato sospeso.