L’UNESCO scende in campo per la ricostruzione culturale di Beirut

17 Agosto 2020


Hanno fatto rapidamente il giro del mondo i video e le immagini delle terribili esplosioni che sono avvenute lo scorso 4 agosto, poco dopo le 18.00, nell’area del porto di Beirut. Un drammatico episodio che sta rendendo ancora più complicata la situazione nel Paese, già pesantemente gravato dalla crisi economica in atto e dalla pandemia da COVID-19. Oltre alle gravi perdite umane, rilevanti sono i danni causati dalle detonazioni, che hanno devastato infrastrutture ed edifici, sia privati, sia pubblici, inclusi quelli a vocazione culturale come gallerie d’arte, atelier e studi. Si stima che quasi 300mila persone siano rimaste senza casa.

A meno di due settimane dalla tragedia, numerose sono le mobilitazioni promosse per supportare la comunità locale e raccogliere fondi a favore della città di Beirut. Tra queste, alcune vedono il coinvolgimento diretto di artisti internazionali, come nel caso del progetto Art Relief 4 Beirut. Lanciato via Instagram, ha fin qui potuto contare anche sulla partecipazione di Lawrence Abu Hamdan, Helen Cammock, Oscar Murillo e Tai Shani, ovvero i quattro artisti che si sono aggiudicati in forma congiunta il prestigioso Turner Prize nel 2019. Raggiunto dalla testata Artnet, l’artista originario del Libano e di base a New York Walid Raad ha fornito dettagli sulle conseguenze delle esplosioni all’interno della comunità artistica locale. La consapevolezza delle difficoltà che stanno sperimentando i suoi colleghi lo ha spinto ad avviare una raccolta fondi attraverso l’organizzazione non profit belga Mophradat.

L’AIUTO DELL’UNESCO A BEIRUT

Alle meritorie azioni avviate da singoli o associazioni da qualche giorno va a sommarsi l’intervento dell’UNESCO, che ha annunciato di aver mobilitato la propria rete di esperti e di operatori culturali per coordinare le misure – sia  di emergenza sia a lungo termine – in nome della salvaguardia del patrimonio artistico della città, nell’ottica della prossima ripresa della sua vita culturale. “La comunità internazionale ha inviato un forte segnale di sostegno al Libano in seguito a questa tragedia“, ha dichiarato Ernesto Ottone R., Assistant UNESCO Director-General for Culture dopo il meeting online che si è svolto lo scorso 10 agosto. “L’UNESCO si impegna a guidare la risposta nel campo della cultura, che deve costituire una parte fondamentale dei più ampi sforzi di ricostruzione e recupero“, ha inoltre aggiunto.

Tale intervento è dettato dai notevoli danni rilevati nei quartieri storici di Beirut, oltre che in musei, gallerie e siti religiosi, e intende essere una risposta concreta alla richiesta di sostegno avanzata dalla Directorate-General of Antiquities del Libano. In particolare, l’UNESCO ha annunciato che sta lavorando, con i suoi partner nel Paese e all’estero, alla stesura dell’International Action Plan for Culture in Beirut. Dai primi rilievi effettuati è emerso che almeno 8000 edifici, molti dei quali concentrati nei quartieri storici di Gemmayzeh e Mar-Mikhaël, sono stati colpiti; tra questi ci sono circa 640 palazzi storici e una sessantina risultano a rischio di crollo.

[Immagine in apertura: Beirut dopo le esplosioni del 4 agosto. Photo courtesy Directorate General of Antiquities, Ministry of Culture, Lebanon]