Da Milano a New York la mostra che mette la natura in primo piano

24 Novembre 2020

Aki Inomata. Think Evolution #1: Kiku-ichi (Ammonite). 2016-17. Monitor, HD video (color, sound, 2 min. loop), ammonite fossil, resin, 5.7 x 4.7 x 2.3 in. (14.5x12x 6 cm). Courtesy the artist and MAHO KUBOTA GALLERY

Accade talvolta che la “parabola” di alcune mostre non si esaurisca parallelamente alla loro chiusura al pubblico. Rientra in tale casistica la XXII Esposizione Internazionale della Triennale di Milano: dal titolo Broken Nature: Design Takes on Human Survival e curata da Paola Antonelli, Senior Curator del Dipartimento di Architettura e Design e direttrice del reparto Ricerca e Sviluppo al MoMA, è rimasta visitabile nella nota sede espositiva lombarda per un intero semestre, fino al 1° settembre 2019.

A un anno di distanza dalla sua conclusione, il progetto ha preso di nuovo vita dall’altra parte dell’oceano: il Museum of Modern Art di New York lo ospiterà fino al 15 agosto 2021. Concepita come un’indagine approfondita sulle connessioni che esistono fra gli uomini e l’ambiente naturale, e sulle profonde modifiche che hanno compromesso tali legami nel corso degli anni, Broken Nature è stata riallestita nel museo statunitense, recentemente rinnovato e riaperto al pubblico, in una versione inedita. Sono stati infatti selezionati 45 fra gli interventi originariamente esposti a Milano. In occasione del debutto italiano, infatti, il percorso di visita includeva una mostra tematica e 21 partecipazioni internazionali, compresa quella degli Stati Uniti.

ALLA SCOPERTA DEL DESIGN RICOSTITUENTE

Con la curatela, in questa seconda versione, della stessa Antonelli e di Anna Burckhardt, Assistente alla curatela del Dipartimento di Architettura e Design, la mostra si focalizza in particolare sul concetto di “design ricostituente”. Per farlo, punta su una selezione di progetti messi a punto, fra gli altri, da Mustafa Ali Faruki, Aki Inomata, Alex Goad, Christien Meindertsma, Studio Swine e Kelly Jazvac. Uno degli obiettivi dell’operazione è presentare interventi esito della costante collaborazione fra designer, ingegneri, artisti e scienziati, professionisti sinergicamente al lavoro su tema di interesse collettivo.

Commentando il riallestimento di Broken Nature, il Presidente di Triennale Milano Stefano Boeri ha sottolineato che questa mostra “ha rappresentato un importante
momento di riflessione su un tema cruciale: il rapporto tra uomo e ambiente e le
possibili soluzioni che il mondo del progetto può offrire per rinsaldare tale
rapporto oggi, purtroppo, compromesso“. Si tratta di un ambito tematico cruciale, che Triennale continuerà a esaminare anche nell’immediato futuro, come confermano le mostre in programma e il lavoro di ricerca e confronto già avviato in vista della prossima Esposizione Internazionale, attesa per il 2022.

BROKEN NATURE VOLA A NEW YORK

[Immagine in apertura: Aki Inomata. Think Evolution #1: Kiku-ichi (Ammonite). 2016-17. Monitor, HD video (color, sound, 2 min. loop), ammonite fossil, resin, 5.7 x 4.7 x 2.3 in. (14.5x12x 6 cm). Courtesy the artist and MAHO KUBOTA GALLERY]