A Trieste John Malkovich “interpreta” le più celebri fotografie di sempre

1 Novembre 2020

Arthur Sasse / Albert Einstein Sticking Out His Tongue (1951), 2014 © Sandro Miller / Courtesy Gallery FIFTY ONE, Antwerp

Il camaleontico talento di John Malkovich in veste di attore è un dato di fatto. Basti pensare alle molte pellicole che lo vedono protagonista ‒ da Il gioco di Ripley a Essere John Malkovich fino a Burn after reading ‒ per avere chiara la sua straordinaria capacità di vestire i panni dei personaggi più diversi, incluso se stesso.

Conferma l’attitudine di Malkovich ad assumere identità e pose ogni volta differenti anche l’arguto progetto fotografico di Sandro Miller, al quale è dedicata la mostra Malkovich, Malkovich, Malkovich. Homage to Photographic Masters, ospite del Magazzino delle Idee di Trieste fino al 31 gennaio.

Curata da Anne Morin e Simona Cossu, l’esposizione riunisce gli scatti esito del lavoro avviato nel 2013 dal fotografo americano e dall’attore: un omaggio visivo a trentaquattro maestri dell’immagine, le cui opere più iconiche sono reinterpretate da Malkovich davanti all’obiettivo. Annie Leibovitz, Diane Arbus, Herb Ritts, Irving Penn, Pierre et Gilles, Richard Avedon e Robert Mapplethorpe sono solo alcuni degli autori celebrati dal progetto, che vede Malkovich “trasformarsi” via via in Meryl Streep, Marilyn Monroe, Salvador Dalí, Mick Jagger, Andy Warhol, Ernest Hemingway e Albert Einstein, generando un’incredibile rete di somiglianze.

JOHN MALKOVICH E LA FOTOGRAFIA

Il legame tra Miller e Malkovich affonda le radici negli anni Novanta, quando i due si incontrarono a Chicago. “È diventato la mia tela, la mia musa, John si sedeva e ascoltava la mia idea, poi diceva ‘Ok facciamolo’“, ricorda Miller. “Negli anni di collaborazione John non ha mai detto non mi piace“. E in merito agli intenti del progetto chiarisce: “Non ho voluto fare una parodia. Rendere omaggio ai fotografi e alle fotografie che hanno cambiato il mio punto di vista sulla fotografia è una cosa seria per me. Queste sono le immagini che mi hanno ispirato facendomi diventare il fotografo che sono oggi“.

A impreziosire la mostra contribuisce la sezione inedita Malkolynch, dove trovano spazio il video Psychogenic Fugue, del 2015, il cortometraggio nato dalla collaborazione fra Sandro Miller e David Lynch e una serie di fotografie dedicate a otto personaggi lynchiani “portati in vita”, ancora una volta, da Malkovich.

GLI SCATTI IN MOSTRA 

[Immagine in apertura: Arthur Sasse / Albert Einstein Sticking Out His Tongue (1951), 2014 © Sandro Miller / Courtesy Gallery FIFTY ONE, Antwerp]