Le opere di Modigliani non hanno più segreti grazie a una stupefacente ricerca

21 Dicembre 2020

Étude du Nu assis à la chemise d’Amedeo Modigliani au LaM. Photo N. Dewitte / LaM

In concomitanza con il centenario della morte di Amedeo Modigliani, numerose iniziative ne hanno analizzato l’opera ed esaminato l’eredità. Scomparso il 22 gennaio 1920, il pittore originario di Livorno è stato omaggiato nella sua città natale con una mostra in cui sono stati riuniti dipinti e disegni raramente esposti prima e, nonostante le limitazioni dovute alla crisi sanitaria, non sono mancati i progetti digitali in suo onore e persino una speciale emissione filatelica.

A tenere alta l’attenzione sulla sua produzione artistica è ora l’annuncio degli esiti di un complesso progetto di ricerca che da oltre un biennio sta prendendo in esame i suoi dipinti e le sue sculture conservati nelle collezioni pubbliche di Francia, Paese determinante per la carriera dell’artista. Coordinato dal LaM ‒ Lille Métropole Musée d’art moderne, d’art contemporain et d’art brut di Villeneuve d’Ascq, in collaborazione con il C2RMF ‒ Centre de Recherche et de Restauration des Musées de France, il lavoro scientifico condotto su questa porzione del patrimonio di Modigliani ha avuto come oggetto l’analisi del processo creativo e lo studio delle “qualità materiche” delle sue opere. Un’operazione resa possibile grazie alle competenze di vari professionisti, che, oltre a fornire risposte sulla tecnica messa a punto dell’artista, ha svelato non pochi segreti.

LE SCOPERTE SU MODIGLIANI

A fare da preludio all’intera ricerca è stata la mostra che il LaM ha dedicato a Modigliani nel 2016, alla quale presero parte quasi 200.000 visitatori. Sebbene tutti i risultati emersi saranno resi noti il prossimo anno, alcuni dati sono già stati resi noti. Tutte le opere studiate, fra cui venticinque dipinti e tre sculture, sono state sottoposte a esami specifici, come radiografia e fluorescenza a raggi X. Tali analisi hanno permesso di rivelare dettagli sorprendenti, fin qui sconosciuti e tendenzialmente non percepibili tramite la normale osservazione. Un esempio? Numerose sono le composizioni sottostanti ai dipinti, veri e propri lavori pittorici che deliberatamente l’artista scelse di nascondere agli occhi di tutti, finendo per impiegare la medesima tela più volte.

In una recente intervista concessa al quotidiano Le Monde, la conservatrice del LaM Marie-Amélie Senot ha raccontato che l’intero processo è stato promosso per sanare le lacune ancora presenti nella conoscenza dell’arte di Modigliani, la cui fama è stata per lungo tempo “vincolata” e limitata dalla leggenda del “pittore maledetto”. Uno dei risultati più interessanti è quello ottenuto dalle analisi scientifiche condotte sul ritratto Viking Eggeling, eseguito nel 1916: sotto al volto del regista svedese è stata infatti rilevata l’esistenza di un paesaggio, ovvero un soggetto scarsamente presente nella produzione dell’artista.

Per conoscere tutti i segreti di Modigliani non resta che attendere la serie di incontri e la mostra che il LaM accoglierà il prossimo anno: un’occasione che si preannuncia unica per indagare, come mai prima d’ora, la dimensione materica che accompagna il lavoro dell’autore: dai pigmenti scelti alle cornici, dai supporti fino alle altre misteriose composizioni invisibili a occhio nudo.

LE OPERE DI MODIGLIANI

[Immagine in apertura: Étude du Nu assis à la chemise d’Amedeo Modigliani au LaM. Photo N. Dewitte / LaM]