SOS Stonehenge: un’azione legale per bloccare il tunnel a ridosso dello storico sito

1 Dicembre 2020

Photo by Josh Johnson on Unsplash

È una delle questioni più dibattute delle ultime settimane e ripropone, al di là della Manica, un tema divisivo e controverso a tutte le latitudini: il rapporto tra i siti di interesse storico-artistico e le infrastrutture. A innescare la polemica in corso nel Regno Unito è la (possibile) costruzione di un tunnel stradale a doppia corsia a distanza ridotta da Stonehenge; della lunghezza di circa tre chilometri, è parte integrante di un nuovo sistema viario.

Negli ultimi giorni a rendere incandescente il clima sono stati l’approvazione da parte del governo britannico del progetto infrastrutturale e il via libera delle autorità pubbliche, competenti nel settore dei trasporti, al finanziamento dell’opera: lo stanziamento previsto è di circa due miliardi di euro. Secondo i sostenitori dell’intervento, la realizzazione del tunnel libererà i visitatori del sito dalla vista dalle auto e dal rumore, con un benefico alleggerimento del traffico che caratterizza l’intera area.

Di parere opposto sono invece parte dell’opinione pubblica, numerosi archeologi e, soprattutto, gli attivisti di Save Stonehenge World Heritage Site – SSWHS, un’organizzazione di recente costituzione creata da soggetti già coinvolti in The Stonehenge Alliance, la realtà che dal 2001 monitora tutte le attività potenzialmente pericolose per la salvaguardia del sito, dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità nel 1986.

LA RACCOLTA FONDI PER SALVARE STONEHENGE

SSWHS ha scelto di passare dalle parole ai fatti e ha lanciato una campagna di raccolta fondi per finanziare l’azione legale con cui lo studio Leigh Day dovrà occuparsi di indagare sulla legittimità della decisione presa dalle autorità statali. L’appello, diffuso attraverso la piattaforma CrowdJustice, è finalizzato a raccogliere almeno 25.000 sterline; tale cifra, infatti, è considerata indispensabile per coprire le attività preliminari allo studio del caso. Se si dovesse passare poi al riesame giudiziario, saranno necessari ulteriori fondi.

La campagna, che resterà attiva per l’intero mese di dicembre, ha già dato risultati incoraggianti. In qualità di presidente di The Stonehenge Alliance in una recente dichiarazione Tom Holland ha sottolineato che nel processo di approvazione del piano infrastrutturale “il governo ha ignorato il parere dell’UNESCO“. Ha così esortato “tutti coloro che hanno a cuore il sito Patrimonio dell’Umanità di Stonehenge a sostenere questa azione legale“, mettendo in evidenza che “c’è ancora una possibilità per fermare i bulldozer“, così da salvaguardare da potenziali pericoli il monumentale sito preistorico che ancora oggi non smette di regalare sorprese.

[Immagine in apertura: il sito di Stonehenge. Photo by Josh Johnson on Unsplash]