Le regard de Charles vince il Premio Sky Arte al Trieste Film Festival

31 Gennaio 2021


Questo è un film a due teste. La formula che preferisco è un film di Charles Aznavour realizzato da Marc di Domenico. Charles non ha filmato in modo casuale, ha tratteggiato qualcosa di preciso. Penso che il film rifletta il mio sguardo, rispettando integralmente il suo. La mia visione passa attraverso la sua. Lui ha scelto i luoghi, i paesaggi, la posizione della cinepresa, la dimensione dell’inquadratura, l’oggetto e io in seguito ho selezionato, assemblato, e rifinito questo materiale grezzo“. Sono queste le parole usate dal regista Marc di Domenico per descrivere Le regard de Charles, la pellicola che si è aggiudicata il Premio Sky Arte nell’ambito del 32esimo Trieste Film Festival, diretto da Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo e andato in scena dal 21 al 30 gennaio scorsi.

LO SGUARDO DI CHARLES AZNAVOUR

Un riconoscimento importante, dunque, che premia un’opera filmica capace di rendere omaggio a un grande protagonista della musica e del cinema internazionali, ripercorrendone l’esistenza. Il racconto cinematografico, infatti, si dipana attraverso quarant’anni di vita, amori e viaggi di Charles Aznavour, chansonnier e attore acclamato in tutto il mondo. A rendere la pellicola ancora più emozionante sono le riprese effettuate dallo stesso Aznavour con la sua prima, inseparabile cinepresa, dono di Edith Piaf. A pochi mesi dalla morte, avvenuta nel 2018, il cantauotre condivise la visione di quelle preziose registrazioni con di Domenico, che decise di trasformarle in un film.

Prossimamente in onda su Sky Arte, che, nella cornice della kermesse, ha attribuito una menzione speciale a Homecoming di Boris Miljković, la pellicola è una delle tante opere premiate nel corso del festival. A conquistare il Premio Trieste, assegnato dalla giuria, composta da Paolo Bertolin, Adina Pintilie, Ewa Puszczyńska, al miglior
lungometraggio in concorso, è stato Beginning di Dea Kulumbegashvili con questa motivazione: “Un film di debutto che rappresenta un raro caso di sicurezza
autoriale e di pura coerenza stilistica, in grado di creare una realtà filmica fatta di immagini, suoni e interpretazioni (un accenno in particolare alla sorprendente attrice protagonista) che interrogano costantemente le opinioni dello spettatore su un
racconto che è stupefacente e al contempo emozionante”.