Dalla Cina a Torino una nuova epoca per la vita urbana

8 Febbraio 2021

Vista dell'allestimento della mostra China Goes Urban. La nuova epoca delle città al MAO di Torino. Foto di Samuele Pellecchia

Riaperto al pubblico dal 3 febbraio scorso, il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino ospita, fino al 9 maggio 2021, la mostra China Goes Urban. La nuova epoca della città. Curata dal Politecnico di Torino (Michele Bonino e Francesca Governa, con la collaborazione di Francesco Carota, Maria Paola Repellino e Angelo Sampieri) e da Prospekt Photographers (Samuele Pellecchia, Francesco Merlini), insieme alla Tsinghua University di Pechino, la rassegna prende in esame peculiarità e analogie di quattro new town cinesi – Tongzhou, Zhengdong, Zhaoqing e Lanzhou – per incoraggiare i visitatori a esplorare il fenomeno della nuova urbanizzazione cinese e, parallelamente, a interrogarsi sulle questioni di portata globale che esso solleva.

Punto di partenza per comprendere la portata del fenomeno in atto è la lettura di alcuni parametri numerici. Nel 1978 appena il 18% della popolazione cinese risiedeva nelle città. Tale quota è notevolmente cresciuta negli anni e attualmente oltre il 60% dei cinesi vive nelle aree urbane. Si stima che, a frequenza annuale, 16 milioni di persone abbandonino le zone rurali e i piccoli centri a favore delle grandi città, che come negli esempi in mostra sono spesso il risultato di processi di rapida crescita. Eppure, osservano i curatori, andrebbe scardinata l’interpretazione, al momento dominante, che considera l’urbanizzazione cinese come una “eccezione”. Attraverso foto, video, installazioni, disegni, modelli, mappe e infografiche, ovvero materiali esito di una ricerca pluriennale, China goes urban punta infatti a stimolare una più ampia riflessione sul tema della città contemporanea e sul futuro urbano del pianeta.

UN ALLESTIMENTO ANTI-ASSEMBRAMENTI

Affiancata, nel periodo di forzata chiusura al pubblico, da un ricco programma di iniziative digitali di approfondimento, seminari e incontri con esperti, la mostra analizza tre ambiti tematici distintivi dell’urbanizzazione cinese. Il concetto di “frammento”, inteso come caratteristica specifica della città contemporanea e della sua architettura; l’infrastrutturazione, come elemento imprescindibile per garantire il funzionamento del contesto urbano; e il superamento della dicotomia città-campagna.

Nel percorso di visita è inclusa la ricostruzione di una exhibition hall, uno spazio che nelle new town cinesi viene impiegato dalle amministrazioni pubbliche e dalle imprese di costruzioni per mostrare l’identità edilizia e il “promesso” stile di vita delle nuove città. Parallelamente la mostra accende i riflettori sulla presenza antropica, raccontando la quotidianità degli insediamenti costruiti dall’interno, così da svelare anche tutte le analogie con quanto avviene nelle abitazioni alle nostre latitudini.

Infine, un aspetto da segnalare di China Goes Urban riguarda il progetto di allestimento, coordinato da BTTstudio. Viene sperimentata una modalità di fruizione in linea con le necessità della fase storica che stiamo vivendo. Per garantire un’esperienza individuale di visita sicura, è stata sviluppata un’apposita segnaletica che consiglia gli spostamenti ideali e permette di evitare assembramenti. I segnali luminosi e i QR code inseriti consentono ai visitatori di accedere, tramite i dispositivi mobili personali, a spazi virtuali provvisti di contenuti visivi e materiali aggiuntivi.

LA CINA URBANA IN MOSTRA AL MAO DI TORINO

[Immagine in apertura: Vista dell’allestimento della mostra China Goes Urban. La nuova epoca delle città al MAO di Torino. Foto di Samuele Pellecchia]