Da Leonardo a Vermeer: chi erano i maestri di Salvador Dalí?

23 Febbraio 2021

Salvador Dalí, The Sacrament of the Last Supper, 1955: Art Resource

Tutti noi conosciamo i capolavori più noti di Salvador Dalí: gioielli immortali consegnati alla storia e icone per eccellenza dello spirito surrealista. Decisamente meno note, invece, sono le influenze nascoste dietro ognuno di questi dipinti. Vero è che lo stesso artista catalano impostò la sua intera carriera come evento prodigioso, frutto di esperienze al limite del divino. La sua inclinazione allo spettacolo e al travestimento, la sua capacità di mescolare eventi fittizi e reali, contribuirono a dare forma a una biografia “mitica” già in vita, forgiando l’immagine di un pittore senza predecessori e senza prosecutori. Cosa che fu vera solo in parte.

Un nuovo libro scritto dagli studiosi Christopher Heath Brown e Jean-Pierre Isbouts punta i riflettori su questi e altri aspetti riconducibili alla personalità eclettica del pittore, soffermandosi su quali siano i grandi maestri rintracciabili dietro l’opera di Dalí: autori non sempre dichiarati ma che – in misure diverse – vennero osservati, rivisitati e presi a modello influenzando non di poco la ricerca del genio spagnolo.

DA LEONARDO DA VINCI A SALVADOR DALÍ

Pubblicato dalla casa editrice americana Apollo Publishers, e per ora disponibile solamente in lingua inglese, il libro – dal titolo The Dalí Legacy: How an Eccentric Genius Changed the Art World and Created a Lasting Legacy – prende in analisi, fra gli altri, una serie di disegni preparatori realizzati dall’artista surrealista negli anni Cinquanta. Su tutti lo schizzo dell’Ultima Cena, il dipinto a olio completato nel 1955 e conservato alla National Gallery of Art di Washington.

Noto come uno degli esempi più emblematici della produzione “daliniana”, capace di sovvertire l’iconografia del soggetto cristiano oscillando tra sacro e profano, il quadro doveva avere in partenza un approccio assai più tradizionale. Stando alle osservazioni e alle immagini presenti nel volume, il bozzetto sembra infatti una copia in miniatura dell’omonimo capolavoro di Leonardo da Vinci. In esso gli apostoli siedono al fianco di Gesù in maniera convenzionale, mettendo in scena un impianto prospettico non troppo distante da quello visibile nel Cenacolo conservato al santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano.

Nonostante le palesi somiglianze con il dipinto di Leonardo, l’opera di Dalí assunse tuttavia, in fase di produzione, un aspetto completamente diverso e assai più provocatorio. Ultimata nel 1955, la grande tela mostra infatti un Gesù dall’aspetto “androgino”, con i lineamenti della futura moglie dell’artista Gala. Il paesaggio alle spalle dei protagonisti, invece, è quello della baia di Port Lligat, sita nelle vicinanze della casa del pittore: un’ambientazione onirica che, se da una parte tradisce il modello vinciano di partenza, dall’altra ne conferma le influenze, per lo meno in fase preparatoria.

GLI ALTRI MODELLI DI DALÍ

Oltre alla spiccata influenza di Leonardo da Vinci sulla produzione dello spagnolo, a essere evidenziata nel libro è l’analogia tra la pittura di Dalí e quella di altri due maestri della storia dell’arte: Piero della Francesca e Johannes Vermeer, rispettivamente presi come esempi con la celebre Pala di Brera (qui accostata alla Madonna di Port Lligat) e la Merlettaia (ritratto a olio del fiammingo che ispirò Dalí nel 1955). Chiudono la lunga analisi il dipinto Corpus Hypercubus (ispirato alle ricerche dell’architetto e matematico rinascimentale Juan de Herrera de Maliaño) e la produzione di Francisco de Zurbarán (il pittore spagnolo richiamato persino nel titolo del dipinto del 1956 Cranio di Zurbarán).

ALCUNE OPERE TRATTE DAL LIBRO

[Immagine in apertura: Salvador Dalí, The Sacrament of the Last Supper, 1955: Art Resource]