L’architettura gonfiabile, un sogno diventato realtà

19 Maggio 2021

Yutaka Murata, Pavillon du groupe Fuji, Osaka, 1970 © Yutaka Murata © Photo courtesy of Osaka Prefectural Government

L’impresa epica dei fratelli Montgolfier, i primi al mondo a librarsi in volo a bordo di un pallone aerostatico nel 1783, rappresenta la sintesi di due idee già ben radicate nella cultura occidentale. Il sogno del volo, che accompagna l’uomo fin dall’inizio della sua storia, per esempio con il mito di Icaro, e l’immagine della bolla d’aria, ispirata dall’Homo Bulla di Erasmo da Rotterdam e ricorrente nell’arte fin dal Cinquecento come metafora della precarietà dell’esistenza e, insieme, del pneuma, il soffio vitale secondo gli antichi greci.

La storia delle strutture pneumatiche, raccontata nella mostra dal titolo Aerodream. Architecture, design et structures gonflables, 1950-2020 realizzata in coproduzione con la Cité de l’Architecture di Parigi e visitabile fino al 23 agosto al Centre Pompidou-Metz, nell’est della Francia, è permeata da simboli di questo genere. Allusioni e rimandi, più o meno sottotraccia, che riemergono con forza negli anni Sessanta del Novecento, quando una nuova generazione di progettisti riscopre i gonfiabili e le bolle e li impiega in progetti dalla forte carica sperimentale.

LA STORIA DELLE ARCHITETTURE GONFIABILI

Grazie anche al progresso tecnologico, e alla disponibilità di nuovi materiali, dalla gomma ai polimeri plastici industriali, architetti come Cedric Price, Arthur Quarmby, Hans Hollein, Johanne e Gernot Nalbach e collettivi di avanguardia come Archigram lavorano su strutture gonfiabili modulari e flessibili, che, potendo essere spostate facilmente da un luogo all’altro, mettono in crisi il tradizionale concetto di “abitare”.

Queste architetture per natura effimere diventano presto non soltanto un’alternativa credibile ad altre soluzioni più ortodosse, ma un vero e proprio fenomeno di costume, all’esplosione del quale contribuiscono alcune mostre allestite tra la fine del decennio e i primi anni Settanta. Tra queste, le più famose sono l’evento Structures gonflables al Museo d’Arte Moderna di Parigi (1968), Documenta 4 a Kassel, dove Christo e Jeanne-Claude presentano la più grande struttura pneumatica senza scheletro mai realizzata, e l’Esposizione Internazionale di Osaka del 1970, che vede la presenza di diversi padiglioni gonfiabili. Da allora, architetti e artisti non smetteranno di attingere da quell’immaginario, dando vita a progetti che si appoggiano su nuove tecnologie più rispettose dell’ambiente e sostituiscono le plastiche con materiali organici.

ALCUNE IMMAGINI DELLE OPERE

[Immagine in apertura: Yutaka Murata, Pavillon du groupe Fuji, Osaka, 1970 © Yutaka Murata © Photo courtesy of Osaka Prefectural Government]