L’ultima guerra di Mario Schifano 1988-1998

sulla mostra

Partendo dalle decine di dipinti (come Calore locale, Collinare, Per vedere, Orizzontale e Vista interrotta) e opere su carta prodotte dal pittore Mario Schifano tra febbraio e marzo del 1988 – quando l’artista trascorse un periodo di residenza in Val D’Aosta, più precisamente in un’ala dell’antico priorato di Saint-Bénin –, nasce la mostra L’ultima guerra di Mario Schifano 1988-1998. Un progetto ideato da Casa Testori e curato da Davide Dall’Ombra che vuole, dunque, approfondire, a partire dall’episodio valdostano documentato da numerose fotografie, gli ultimi straordinari e prolifici anni del percorso di Schifano, terminati con la sua morte avvenuta nel gennaio del 1998. Una fase della carriera dell'artista caratterizzata da una vera e propria lotta corpo a corpo con la pratica artistica e con le sue sopraggiunte dipendenze e ossessioni.


GLI ULTIMI CAPOLAVORI DI MARIO SCHIFANO IN MOSTRA IN VALLE D'AOSTA


Le grandi opere in esposizione, realizzate tra gli anni Ottanta e Novanta, sono introdotte in mostra da un contributo multimediale fondamentale per comprendere la poetica pittorica di Schifano e la natura comunicativa della sua arte: si tratta del video che racconta la nascita di Chimera, la monumentale opera realizzata nel 1985 dal pittore durante una performance di una sola notte a Firenze. Nella sala principale sono presentate, invece, due opere dedicate al dramma della guerra in Iraq: Tearful [In lacrime] realizzato nel 1990 partendo da una foto ritagliata dal numero del Time del 10 dicembre di quell'anno, e Sorrisi Scomparsi del 1991 inerente il dramma del conflitto in Kuwait.


AL MUSEO GAMBA ESPOSTI DIPINTI E FOTO DI SCHIFANO


Accanto alle opere pittoriche, in mostra anche oltre milletrecento fotografie nel formato 10x15 centimetri ritoccate ad olio e pennarello e riunite in quattro grandi composizioni. Sono foto scattate da Schifano, tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, agli schermi tv: in quel periodo, l'artista sperimenta una lunga reclusione volontaria all’interno della sua casa-studio, e considerava la televisione come unica fonte, ossessiva, d’ispirazione. Eccezionalmente in mostra anche alcune opere germinali del pittore (come il doppio ritratto mai esposto prima CARO EMILIO CONTINUA…), messe a disposizione dal celebre gallerista e grande appassionato e sostenitore dell’artista, Emilio Mazzoli.

[Immagine in apertura: M. Schifano, Per vedere, 1988, acrilico su tela, collezione permanente Museo Gamba]

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