Ventuno artisti conosciuti in tutto il mondo si danno appuntamento al Chiostro del Bramante di Roma per riflettere sull'idea di follia nel suo significato più ampio. L'esito è racchiuso in undici installazioni site specific allestite negli spazi esterni e interni della sede capitolina.

Quali definizioni si possono attribuire al concetto di "pazzia" e quanto l'arte è in grado di declinarle attraverso i propri linguaggi? Trae spunto da questi interrogativi la mostra CRAZY. La follia nell'arte contemporanea, allestita presso il Chiostro del Bramante di Roma dal 19 febbraio all'8 gennaio 2023. Ventuno artisti internazionali danno forma a undici installazioni site specific negli spazi interni ed esterni della sede capitolina, ispirandosi all'idea che la follia non può avere limiti, al pari della creatività. Sono emblematiche, in tal senso, le parole del curatore Danilo Eccher: "Nella più ampia accezione di 'follia', non di rado sinonimo di 'creatività fantastica', l’arte si è sempre ritrovata a proprio agio, ma è soprattutto con i primi studi psicanalitici e neurologici d’inizio secolo scorso che il rapporto fra disturbi psichici e arte si è fatto più intenso e consapevole. Nel corso del tempo, il confine netto fra il dato medico e l’orizzonte poetico si è via via attenuato, svaporato, liberando piani di confronto e contaminazione, la folle creatività ha cominciato a occupare la scena mostrando le sue innumerevoli maschere". GLI ARTISTI IN MOSTRA AL CHIOSTRO DEL BRAMANTE E infatti le opere esposte "occupano la scena" in maniera decisa, dando forma a una autentica esplosione di creatività che, nel progetto organizzato e prodotto da Dart ‒ Chiostro del Bramante, è l'esito di una efficace collaborazione con gli artisti, invitati a prendere parte attivamente alla narrazione espositiva. Si va dunque dalle colate di pigmento di Ian Davenport sulla scalinata esterna agli ambienti di Lucio Fontana (1968) e di Gianni Colombo (1970), dalla miriade di farfalle nere di Carlos Amorales che affollano le scale interne all'esperienza immersiva di Fallen Fruit / David Allen Burns e Austin Young nella Sala delle Sibille. E se Thomas Hirschhorn sfonda un soffitto, Janet Echelman fa sbocciare fiori di grandi dimensioni sopra la testa dei visitatori e Alfredo Pirri ricopre il pavimento del chiostro con specchi rotti e calpestabili. Non mancano i neon di Alfredo Jaar, il video di Yinka Shonibare sulla costruzione identitaria e l'installazione colorata di Hrafnhildur Arnardóttir / Shoplifter. ARTE E FOLLIA A ROMA Ad accompagnare il pubblico è Organica, la composizione del producer e cantautore Carl Brave, scritta per la mostra e ideata a partire dall'alternarsi delle opere, scandagliando anche a livello sonoro il dialogo fra creatività e follia. Del resto, come afferma Eccher, "un processo di alterità, di strabismo percettivo, rende il percorso della follia così prossimo all’arte, anch’essa protesa a ricreare nuovi territori di verità, nuovi paesaggi del reale. Parafrasando Clemens Brentano, secondo cui la follia è la sorella infelice della poesia, si potrebbe dunque dire che la follia è la sorella infelice dell’arte". [Immagine in apertura: Carlos Amorales, Black Cloud Fashion, 2022, 15,000 falene nere di carta su muri. Misure ambientali. Courtesy l'artista]
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