Si intitola “Arte e moda. Storia e risultati di un sodalizio irrequieto” il libro di Davide Mariani recentemente portato sugli scaffali da Postmedia Books. Il saggio si interroga sul legame tra le due discipline, da sempre distinte ma soggette a reciproche contaminazioni.

Sono molte le case di moda che ormai in maniera assidua collaborano con gli artisti, non solo nella realizzazione dei loro capi di abbigliamento, ma anche nell'esecuzione delle campagne fotografiche e negli allestimenti delle sfilate. D'altronde quello tra arte e haute couture è un rapporto longevo, non sempre privo di tortuosità, ma che nel corso del Novecento ha saputo regalare pregevoli risultati – si pensi al celeberrimo vestito di Yves Saint Laurent ispirato alle composizioni geometriche di Piet Mondrian. Il nuovo saggio di Davide Mariani accende i riflettori proprio sulla relazione tra queste due discipline, ripercorrendone gli sviluppi storici ma soprattutto soffermandosi sugli esiti del presente. IL NUOVO LIBRO DI DAVIDE MARIANI La moda è arte? È questo l'interrogativo alla base del volume dal titolo Arte e moda. Storia e risultati di un sodalizio irrequieto. Edito da Postmedia Books, il libro nasce con l'intento di indagare i mutamenti del legame tra questi due settori, distinti eppure spesso interconnessi all'insegna delle reciproche contaminazioni. “Ripercorrendo la storia delle sfilate, dagli anni Trenta ai giorni nostri, si può osservare come vi sia stato un cambiamento radicale che le ha rese sempre più simili a eventi di grande impatto, come le rappresentazioni teatrali o i concerti, grazie all'utilizzo di molteplici effetti speciali, tra cui display luminosi, colonne sonore e luci colorate”, dichiara Mariani, storico dell'arte e curatore. “Allo stesso modo anche l'arte contemporanea è stata investita da una crescente spettacolarizzazione, talvolta a discapito dei contenuti proposti. La contaminazione tra le arti è oggi agevolata dall'impiego trasversale di fonti, materiali e tecniche riconducibili a entrambi i mezzi espressivi”. LA MODA COME CULTURA Soffermandosi sui diversi aspetti di questo sodalizio, il saggio mette in luce come la concezione di moda si sia evoluta nel tempo, passando da una visione strettamente connessa alla sfera artigianale e del commercio a una incentrata sugli effetti culturali di cui si fa portavoce. Un libro che richiama alla memoria una citazione di Germano Celant del 1996, quando nel catalogo della Biennale di Firenze dichiarò: “Con il tempo gli storici si sono accorti che in realtà la moda forniva un'interpretazione del corpo come la fotografia della realtà, per cui è tempo, dopo un secolo di metamorfosi incessanti, che la moda entri definitivamente nei musei, nelle collezioni e nei libri di studio”. [Immagine in apertura: Un dettaglio della copertina, Sylvie Fleury, C'est la Vie!, 2017]
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