Non mancano fotografie dedicate a Napoli e al territorio campano nella prima personale partenopea di Gianni Berengo Gardin. Al maestro dell'arte dello scatto è dedicata la rassegna ospitata nella cornice di Villa Pignatelli, che include oltre 200 opere.

Si estende dal dopoguerra fino ai giorni nostri l'arco temporale documentato dall'inconfondibile sguardo di Gianni Berengo Gardin nella mostra partenopea appena inaugurata. Per la prima volta, il capoluogo campano dedica una personale al noto fotografo e fotoreporter ligure. Classe 1930, Berengo Gardin è uno degli indiscussi maestri italiani dell'arte dello scatto: conosciuto per i suoi scatti in bianco e nero, i reportage e i lavori di indagine sociale, in quasi settant’anni di attività ha raccontato le evoluzioni del Paese con uno straordinario approccio narrativo.GIANNI BERENGO GARDIN IN MOSTRA A NAPOLI Gianni Berengo Gardin. L’occhio come mestiere è il titolo della mostra visitabile fino al 9 luglio 2023 a Villa Pignatelli – Casa della fotografia. Curata da Margherita Guccione, Alessandra Mauro e Marta Ragozzino, segue l'ampia monografica ospitata al MAXXI di Roma lo scorso anno, con l'aggiunta di un nuovo e significativo nucleo. Nelle oltre 200 opere esposte, infatti, sono incluse fotografie di Napoli e del territorio campano, da Capri a Pompei. Un'integrazione che svela il peculiare punto di vista dell'autore sul contesto che accoglie questa personale, una zona del Paese ritratta nella sua complessità (ed eccezionalità) architettonica e paesaggistica a più riprese, tra la fine degli anni Sessanta e Novanta. Il percorso di visita si apre con una sezione sullo studio milanese di Berengo Gardin, luogo per eccellenza di riflessione e di elaborazione dell'artista: può essere considerato come una sorta di "chiave d'accesso" all'universo privato dell'autore, utile per cogliere la centralità dell'approccio "artigianale" nella sua pratica. LA FOTOGRAFIA SECONDO GIANNI BERENGO GARDIN Rinunciando a un criterio cronologico, la mostra si sofferma su temi e luoghi fondamentali per la ricerca di Berengo Gardin; fra questi, l'idea della fotografia come documento e la convinzione del ruolo insostituibile della componente narrativa. Il percorso espositivo non può che prendere avvio dalla città d'elezione di Berengo Gardin: Venezia, luogo di origine dei suoi bisnonni, nonni e di suo padre, nel quale è avvenuta la sua formazione come fotografo. Alla città lagunare sono del resto legati alcuni dei suoi lavori più identitari. Nella cornice di Villa Pignatelli rivivono inoltre la Milano dell’industria, delle lotte operaie e degli intellettuali, ma l'itinerario visivo è esteso a tutto il Paese, con "tappe" ovunque: dalle campagne alle fabbriche, fino agli ospedali psichiatrici. Non manca il racconto dei grandi fatti degli ultimi anni, come il terremoto de L’Aquila. Completa l'itinerario della mostra la sezione dedicata ai libri, che fa luce sulle oltre 250 pubblicazioni realizzate dal fotografo nel corso della lunga carriera. [Immagine in apertura: Napoli 1957 © Gianni Berengo Gardin – Courtesy Fondazione Forma per la Fotografia]
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