Definito dal cardinale del Monte la "più stupenda cosa che sia in Europa”, il Gran Diamante di Toscana è scomparso da circa un secolo. La nuova mostra di Museo di Palazzo Medici Riccardi, a Firenze, ricostruisce l'affascinante e misteriosa vicenda di questo straordinario gioiello mediceo.

Correva l'anno 1444 quando Cosimo il Vecchio commissionò a Michelozzo il progetto per la nuova dimora privata della famiglia, da costruire sull'attuale via Cavour, nel cuore di Firenze. Prese così avvio la lunga storia di Palazzo Medici Riccardi, che fra alterne vicende e passaggi di proprietà è giunto fino a noi nella forma di prestigiosa sede museale. A fare luce sulle pagine meno conosciute del passato di questa istituzione è il ciclo espositivo Cammei, il cui secondo appuntamento è Il Fiorentino. Il Gran Diamante di Toscana. Visitabile fino al 26 gennaio prossimo, l'esposizione accende i riflettori sul meraviglioso gioiello del Granduca di Toscana, misteriosamente scomparso agli inizi del XX secolo, e ricreato per la prima volta, con dovizia di particolari, in occasione di questa mostra.LA STORIA DEL GRAN DIAMANTE DI TOSCANA A fornire lo spunto per la mostra è stato il recente restauro del ritratto di Cosimo II Medici, dipinto da Domenico e Valore Casini e di proprietà delle Gallerie degli Uffizi. Morto esattamente quattrocento anni fa, proprio il Granduca aveva regalato alla consorte, Maria Maddalena d’Austria il cosiddetto "Diamante fiorentino". A testimoniarlo sono alcune raffigurazioni dell'Arciduchessa, che la vedono indossare questo ornamento d’eccezione. Contraddistinto dalle notevoli dimensioni e dal color giallo citrino, era considerato, nel XVII secolo, la seconda gemma al mondo, subito dopo quella dell’imperatore Moghul. A Firenze giunse nel 1601, quando Ferdinando I de’ Medici lo acquistò dal conte di Montesanto; nelle mani dell'artigiano veneziano, residente in città, Pompeo Studendoli, venne lavorato fino ad acquisire una forma a mandorla, con taglio a doppia rosa di nove lati e 127 faccette. Da ultimo venne quindi fissato all'interno di una sfarzosa montatura a pendente. Rimase di proprietà dei Medici fino al passaggio della Toscana ai Lorena. Il Fiorentino prese quindi la via di Vienna, ma nel 1918, per effetto del crollo dell’impero asburgico e dell'esilio dei gioielli della corona d’Austria in Svizzera, si persero le sue tracce.LA MOSTRA A PALAZZO MEDICI RICCARDI Fra i più preziosi e rari gioielli dei Medici, il Gran Diamante o Blocchetto di luce è stato recentemente riprodotto per la prima volta al mondo, in zirconia cubica, nella bottega artigiana orafa di Paolo Penko. Questo esemplare, esito di una scrupolosa ricerca iconografica e sulle tecniche antiche, costituisce il fulcro della mostra allestita fra le sale museali di Palazzo Medici Riccardi. Ha osservato il curatore della mostra, Carlo Francini: "Quello che mi preme di più come responsabile dell'Ufficio Firenze Patrimonio Mondiale e rapporti con UNESCO è valorizzare l’attività artigianale di altissimo livello portata avanti da Paolo Penko, in rappresentanza di tutto il mondo dell’artigianato artistico (...). Abbiamo ricostruito il diamante scomparso con un atteggiamento di archeologia sperimentale, servendoci delle fonti in nostro possesso, e lo abbiamo reinserito nel suo contesto storico originario, insieme ai documenti che lo menzionano e i protagonisti di questa storia, i Medici". Il progetto espositivo include infatti testimonianze documentarie di grande rilievo, come disegni, inventari medicei e documenti d’archivio vari. Esposte anche le lettere in cui il diamante venne presentato al Granduca Francesco I nel giugno 1579, nelle quali è definito come “la più bella cosa che venisse d’Asia giamai”. [Immagine in apertura: Paolo Penko, Replica del diamante Fiorentino, Penko Bottega Orafa, Firenze, 2021. Zirconia cubica giallo pallido, argento 925‰ dorato con oro 750‰, 182 diamanti per un totale di 6,10 carati]
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