Il Rinascimento nascosto – Presenze africane nell’arte

Domenica 27 novembre – ore 21:15

Nelle opere d’arte che popolano le Gallerie degli Uffizi, le sale dei grandi palazzi veneziani, o le basiliche più importanti di Roma sono rappresentati volti spesso inosservati. Sono i personaggi africani e afro-discendenti vissuti nel Rinascimento italiano e che, per i motivi più diversi, sono stati immortalati in capolavori senza tempo. Chi erano? Da dove venivano? Perché sono stati ritratti e come mai sono passati inosservati per così tanto tempo? Per rispondere a queste domande il documentario Il Rinascimento nascosto – Presenze africane nell’arte, in onda su Sky Arte domenica 27 novembre, guida il pubblico alla scoperta delle storie di questi personaggi, attraversando opere e documenti. Partendo dai ritratti di quello che potrebbe essere l’afrodiscendente più famoso, il primo Duca di Firenze, Alessandro de’ Medici, passando per le rappresentazioni delle umili persone in schiavitù o degli importanti ambasciatori raffigurati nei punti nevralgici del potere romano, fino ai dipinti di chi costituiva il tessuto della società rinascimentale ‒ gondolieri, cavalieri, religiosi, truffatori ‒, la pellicola diretta da Cristian Di Mattia offre una prospettiva inedita su personalità dimenticate. A uno sguardo più attento, gli affreschi di Sandro Botticelli nella Cappella Sistina mostrano dignitari etiopi in visita al Papa. I dipinti di Filippino Lippi, Mantegna, Ghirlandaio nelle sale degli Uffizi raffigurano soggetti di rappresentazioni sacre, ispirandosi a persone nere incontrate nella vita di tutti i giorni. Nella chiesa di Santa Trinita a Firenze, un viso di un’umile domestica spunta dietro una folla fiorentina dipinta da Domenico Ghirlandaio, mentre dalle mura della basilica di Santa Maria Maggiore a Roma un busto in marmo raffigurante l’importante ambasciatore del regno del Kongo Antonio Manuel Ne Vunda osserva dall’alto gli avventori ignari della sua presenza. E poi ancora, dipinti di Carpaccio e Veronese a Venezia, Tiziano, Pontormo, Michelangelo e Vasari. I loro nomi, così come altri dettagli della loro esistenza, sono sparsi in archivi storici, custoditi in pesanti registri pieni di date, avvenimenti, testimonianze delle esperienze più diverse. Le immagini del Duca Alessandro de’ Medici potrebbero rivelarsi un esempio eclatante di whitewashing, la pratica di schiarire le rappresentazioni di figure dalla pelle scura per renderle più conformi allo standard bianco dominante. L’ultima ondata di attivismo per i diritti civili che ha attraversato il mondo, di cui ha fatto parte anche il movimento Black Lives Matter, ha accresciuto esponenzialmente l’attenzione del pubblico e degli studiosi su questo tema. Raccontare le vite delle persone africane e afro-discendenti vissute nel Rinascimento, ricostruire la loro identità, il loro ruolo e la loro influenza nella società, svela un aspetto di quest’epoca straordinaria rimasto nascosto, nonostante fosse sotto gli occhi di tutti. A guidare questa ricerca appassionante è un team di esperti del calibro di Justin Thompson, Kate Lowe, John Brackett, Jonathan Nelson, Matteo Salvadore, Cécile Fromont, Angelica Pesarini e Igiaba Scego.
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