Tredici sculture dell'artista veneziano Gianfranco Meggiato sono state recentemente allestite in dialogo con gli antichi monumenti della Valle dei Templi di Agrigento. Un confronto tra le epoche che supera i confini del tempo e dello spazio.

Forme fluide e sfere riflettenti che dialogano con le architetture dell'antichità; monumenti del presente che “sfidano” quelli del passato, innescando un inedito confronto che travalica i limiti del tempo e dello spazio. Il progetto espositivo recentemente inaugurato al Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento mette in scena un insolito scambio dialettico: da una parte le opere contemporanee dello scultore Gianfranco Meggiato, dall'altra gli antichi “blocchi” di pietra che da secoli popolano il sito. Curatrice della rassegna – dal titolo L’uomo quantico, non c’è futuro senza memoria – è Daniela Brignone. Suo il compito di accompagnare l'artista in questo “viaggio” sperimentale, pensato con l'obiettivo di rintracciare immagini e assonanze tra l'uomo “quantico”, padrone del futuro, e i resti di civiltà remote. LE OPERE DI MEGGIATO AD AGRIGENTO Collocate fino al 4 gennaio negli spazi esterni del Parco, le tredici sculture dell'artista veneziano si presentano come “segni” della contemporaneità all'interno del contesto archeologico. Tra esse quattro sono state appositamente progettate per il luogo, e mai prima d'oggi esposte al pubblico: Lo specchio dell’Assoluto – che apre l’intero percorso davanti al Tempio di Giunone –, Uomo quantico – che dà il titolo alla personale e che si trova davanti al Tempio della Concordia –, Sfera Aquarius e Quanto di luce – entrambe davanti al Tempio di Zeus. “Meggiato compone un viaggio ideale all’interno di uno dei siti archeologici più importanti al mondo, confrontandosi con la memoria del passato e le prospettive enigmatiche del futuro, riflettendo sull’uomo alla ricerca di sé”, dice la curatrice Daniela Brignone. “Le opere in mostra dischiudono un mondo interiore intorno al quale ruota un repertorio di personaggi mitologici e di simboli che diventano allegoria dello spazio vitale dell’uomo. La scienza quantistica alla quale si ispira l’artista ne svela il mistero e le connessioni cosmiche”.TRA ARTE E TEORIA QUANTISTICA E proprio l'insolito accostamento tra arte, fisica e archeologia sembra la chiave di lettura più efficace e curiosa del progetto: un inno all'uomo e al suo lungo cammino, alle sfide del passato e agli obiettivi in vista del futuro. “Gianfranco Meggiato riesce facilmente in un’impresa difficile come è quella di entrare in 'relazione sentimentale' con il sito della Valle dei Templi, senza farsi sopraffare dalla sua imponenza”, aggiunge il direttore del Parco, Roberto Sciarratta. Ad arricchire il tragitto espositivo anche una installazione site specific all'ingresso del Museo archeologico Pietro Griffo. [Immagine in apertura: Gianfranco Meggiato, Uomo Quantico, Valle dei Templi © Studio Ferraina]
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