La Triennale di Milano ricorda lo scultore Carlo Ramous

10 Luglio 2017

Panoramica delle sculture Continuità e Gesto per la libertà esposte in Piazzetta Reale a Milano nel 1974 (fotografia di Enrico Cattaneo)

Curata da Fulvio Irace e Luca Pietro Nicoletti, la mostra Carlo Ramous Scultura Architettura Città rappresenta la prima grande retrospettiva dedicata a un importante interprete della scultura italiana del secondo Novecento, ancora da conoscere in maniera approfondita.
La mostra, ospitata dal 12 luglio al 17 settembre alla Triennale di Milano, si colloca in un percorso che intende fare luce su questo “artista dimenticato”, la cui produzione ha attraversato le fasi cruciali dell’arte moderna per arrivare, all’inizio degli anni Settanta, alla dimensione ambientale.

Obiettivo della rassegna è presentarne la parabola artistica, facendo anche luce sul proficuo sodalizio che seppe intrecciare con architetti e progettisti. Da queste collaborazioni – cui è dedicata un’intera sezione della mostra – sorsero infatti, già nella seconda metà degli anni Cinquanta, interventi scultorei applicati all’architettura religiosa e industriale. A partire dagli anni Settanta, lo stile e le ricerche di Ramous si orientano verso la scala ambientale, con il progressivo abbandono delle analisi condotte sul segno e sulla materia.

Il percorso espositivo, in particolare, si snoda attraverso disegni, dipinti e bozzetti preparatori; presenti anche sei grandi sculture di dimensioni ambientali – come Timpano e Continuità, collocate rispettivamente nel 2013 nel giardino della Triennale e nel 2017 nel Parco dell’arte dell’Idroscalo di Milano – e una selezione di sculture che copre un periodo di produzione artistica dalla metà degli anni Cinquanta agli anni Novanta.

[Immagine in apertura: Panoramica delle sculture Continuità e Gesto per la libertà esposte in Piazzetta Reale a Milano nel 1974, photo by Enrico Cattaneo]