New York, regno dello scatto

3 Aprile 2013


Rappresentano il top della fotografia internazionale: sono le ottanta gallerie di settore invitate alla nuova edizione di AIPAD, la più importante fiera al mondo tra quelle dedicate a questo specifico ambito dei linguaggi dell’arte. L’appuntamento, fino al 7 aprile, è nell’Upper East Side: dove i padiglioni del Park Avenue Armory si trasformano in una eclettica camera oscura. Scrigno dal quale emergono pezzi pregiati di alcuni tra i più grandi maestri di sempre.

Un appuntamento dal taglio quasi museale per un evento che vede molti optare per il “solo show”: piccole mostre personali, focus specifici su un singolo autore, intelligenti letture critiche e un lavoro in sede di curatela attento e raffinato. La Lisa Sette Gallery permette così di scoprire Damion Berger, un tempo assistente di Helmut Newton ed oggi affermato professionista; mentre lo spazio della viennese Joahnnes Faber si scopre interamente occupato da Edward Weston.

Non mancano le chicche: si passa dal fotoritratto di Frida Kalho scattato da Manuale Alvarez Bravo negli Anni Quaranta fino al reportage con cui William Eggleston ha documentato l’atmosfera di Graceland, la tenuta mausoleo di Elvis Presley. Preziosa, infine, la selezione con cui la galleria londinese di Daniel Blau concentra l’attenzione sul fotogiornalismo in America: negli scatti dei reporter la memoria di eventi che vanno dalla tragedia dell’Hindenburg fino alle contestazioni della Summer of Love.

Ad accompagnare AIPAD è un fitto calendario di eventi collaterali, che fanno della Grande Mela una capitale indiscussa della fotografia. Sono quasi mille gli scatti all’asta nelle sessioni straordinarie organizzate, proprio in questi giorni, da Christie’s e Sotheby’s; proseguono all’International Center of Photography le retrospettive dedicate a Chim, compagno di avventura di Robert Capa e Gerda Taro, e a Roman Vishniac. Con quest’ultimo a documentare la vita delle comunità ebraiche dell’Europa dell’est tra i due conflitti mondiali