Festival del Cinema di Cannes, vince Abdellatif Kechiche

27 Maggio 2013


Nessuna sorpresa dalla Croisette: era tra i favoriti della vigilia e ha trionfato, rispettando in pieno un copione che sembrava già scritto. Vince la Palma d’Oro del 66esimo Festival del Cinema di Cannes La vie d’Adèle di Abdellatif Kechiche, educazione sentimentale di due ragazze adolescenti che scoprono con passione e tenerezza la propria sessualità. Un film che entra con garbo nel cuore della questione legata ai diritti delle coppie omosessuali, in questi giorni al centro di forti polemiche in Francia.

Buona la seconda per Berenice Bejo, che dopo aver sfiorato il premio come miglior attrice nel 2012 – straordinaria la sua interpretazione in The Artist  – vince quest’anno con The Past  di Aghar Farhadi; il riconoscimento come miglior attore va invece a Bruce Dern: una vecchia gloria del cinema americano, che all’età di 76 anni convince la giuria per la sua interpretazione del Nebraska  diretto da Alexander Payne, commovente road movie girato interamente in bianco e nero.

Scontata una menzione per Joel ed Ethan Coen, che per Inside Llewyn Davies  ottengono il Gran Premio della Giuria; ribalta invece ogni possibile pronostico il giovane Amat Escalante, cineasta messicano che con Heli  vince il titolo di miglior regista. La miglior sceneggiatura originale è invece quella firmata da Jin Zhangke, Leone d’Oro a Venezia nel 2006, per A touch of sin; dalla Cina al Giappone per il Premio della Giuria, assegnato a Kore Eda Hirokazu per Like Father, Like Son .

Delusione per l’Italia, che vede la bocciatura de La grande bellezza  di Paolo Sorrentino e il “premio di consolazione” per Miele  di Valeria Golino, che ottiene la Menzione della Giuria Ecumenica. A sorridere sono allora i soli Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, che con Salvo  conquistano il Gran Premio della Semaine de la Critique e il premio come film rivelazione della stessa Semaine: un bottino magro per il nostro cinema.