Oscar Niemeyer, magnifico sognatore

6 Dicembre 2012


Pochi uomini posso dire di aver trasformato in realtà i propri sogni; dato corpo, fisicità, materia alle proprie visioni più incredibili e astratte. Tra questi Oscar Niemeyer, professione architetto. Il mondo, oggi, è in lutto per la scomparsa di un talento visionario, capace di creare linee che nessuno avrebbe osato immaginare possibili; se ne è andato, alla soglia dei 105 anni, l’uomo che ha sconfitto l’angolo retto, portando in trionfo forme morbide e sensuali.

Una vita costellata di successi, quella di Niemeyer; spesa nel tentativo, riuscito, di ottenere una sintesi il più possibile efficace tra l’ambiente dell’uomo e quello naturale. Il profilo delle montagne a contorno della sua Rio de Janeiro, il placido corso dei maestosi fiumi sudamericani, le nuvole nel cielo cristallino sopra l’Atlantico o anche, per sua stessa ammissione, le curve del “corpo della donna preferita ”: ad ispirare un talento unico sono state, sempre, forme sinuose.

Quelle tradotte, nella seconda metà degli Anni Cinquanta, negli edifici di Brasilia, città del futuro, capitale costruita ex novo: un intervento che consacra a livello internazionale l’estro di un genio assoluto. Uno stile progettuale inconfondibile, a cui Niemeyer resterà sempre fedele: anche quando, ormai già centenario, firma in Italia l’Auditorium di Ravello. È nella splendida cornice della Costiera Amalfitana uno dei suoi ultimi capolavori.

Insignito del Leone d’Oro dalla Biennale di Venezia, riceve nel 1988 il prestigioso Pritzker Price: il premio definitivo, l’Oscar dell’architettura. Un uomo deciso, combattivo Niemeyer: appassionato sostenitore del Partito Comunista brasiliano sceglierà l’esilio, negli Anni Sessanta, in reazione al golpe militare del generale Castelo Branco. Un ritorno in patria trionfale, il suo, una volta terminata la dittatura: un abbraccio commosso, oggi, quello del suo Paese. A cui si unisce quello del mondo intero.