In scena in Lettonia uno dei più apprezzati festival europei di sculture di ghiaccio; in Alto Adige, invece, si lavora su monolitici blocchi di neve. Arte sotto zero, per veri e propri monumenti all’effimero
Le più articolate superano i sei metri di altezza; pesano – prese tutte insieme – oltre 60 tonnellate: non si può certo dire che a Jelgava, in Lettonia, non facciano le cose in grande! In scena la quindicesima edizione del festival internazionale di sculture di ghiaccio, evento che chiama a raccolta artisti in arrivo da ogni angolo d’Europa. Nella suggestiva cornice del parco di Uzvaras va in scena una mostra stupefacente, con opere che sfidano le leggi della fisica.
Tra gli ospiti di quest’anno anche il francese Eric Mutel, che ha fatto del ghiaccio vera e propria tela: celebri i suoi ritratti fotografici, con le fattezze dei soggetti filtrate e manipolate dagli effetti ottici creati grazie alla sovrapposizione di più lastre gelate. Imponderabili riflessi e incalcolabili storture dell’immagine contribuiscono a creare risultati a tratti grotteschi e inquietanti, a volte invece squisitamente poetici.
Poetiche trasparenze anche quelle che hanno trasformato l’olandese Zwolle in un vero e proprio parco tematico dedicato al mondo della fantasia: in omaggio alle fiabe dei fratelli Grimm ecco la città popolarsi di eteree sculture di ghiaccio; un evento che ha fatto il paio con la settima edizione del festival che, nella polacca Poznan, ha visto misurarsi 24 squadre provenienti da tutto il mondo.
È arrivato invece alla sua 23esima edizione l’appuntamento con il Festival Internazionale di Sculture di Neve che, ogni anno, riscalda l’Alto Adige. A San Candido e San Vigilio, tra novembre e gennaio, si fronteggiano dieci squadre da tre elementi ciascuno: seghe, palette, filo spinato e una vasta gamma di attrezzi tra i più vari e disparati per dare forma ai monolitici blocchi da tre metri cubi di neve e acqua, pressate fino a raggiungere una consistenza quasi minerale.