L’arte in bottiglia

15 Marzo 2013


Ha cominciato quasi trent’anni fa, chiamando alla sua corte i più grandi nomi dell’arte contemporanea. Da Andy Warhol a Keith Haring, spaziando poi per l’eccentrico Nam June Paik e la Transavanguardia di Francesco Clemente. Ha raccolto un patrimonio di 850 pezzi unici, facendo della sua Art Collection una tra le più ricche gallerie del nord Europa; ed ora prosegue il proprio cammino, rinnovando l’interesse nei confronti della street art.

Presentata la nuova tappa del progetto Absolut Blank Edition, che vede artisti di grido griffare una serie limitata di bottiglie della celebre vodka: a firmare la nuova livrea è lo statunitense Dave Kinsey, nome di punta dello urban style. Tra i primi a muoversi a fianco del leggendario Shepard Fairey, è anche ambito designer a servizio delle stelle della musica: suo il lay-out per uno dei più celebri album dei Black-Eyed Peas, “Elephunk”.

Il disegno scelto da Kinsey, gioco di petali basato su raffinate cromie e iridescenze, omaggia a livello implicito l’arte del tatuaggio; e si inserisce alla perfezione in un filone che, negli ultimi anni, ha visto esaltare la cultura underground e l’immaginario dell’arte urbana. Passando dalle grafie fumettistiche di David Bray ai caleidoscopi di Fernando Chamarelli, tornando su un tema iconografico già esaltato a dovere, a suo tempo, dall’esemplare di Sam Flores.

Una liaison che si perpetua quella dell’arte con l’oggetto bottiglia: innumerevoli, ad esempio, le firme d’autore su etichette di vini. Storica la serie di bottiglie di bordeaux Chateau Mouton istoriata – tra gli altri – da Dalì, Chagall e Picasso, più recentemente da Jeff Koons; l’annata 2010 di Ornellaia conterà sulla firma di Pistoletto, mentre Gillo Dorfles, decano degli storici d’arte italiani e apprezzato pittore, ha dato il proprio nome ad un aglianico.