Tra realtà e finzione, tra cinema ed arte

8 Marzo 2013


La memoria del passato, rivitalizzata nell’interpretazione e nel racconto immaginifico di chi non l’ha conosciuto. Ma porta sulla propria pelle e nel proprio vissuto i segni di tragici eventi, scorie di un tempo tristemente dimenticato; eppure drammaticamente attuale. Un’opera struggente quella che il tailandese Apichatpong Weerasethakul porta nella cornice milanese dell’Hangar Bicocca. Con “Primitive” va in scena, filtrata dallo sguardo d’artista, una violenta pagina di Storia.

Dall’8 marzo e fino alla fine di aprile i monumentali ambienti dell’Hangar, ex spazio industriale tornato a vivere come piattaforma per l’arte contemporanea, si trasformano in un vero e proprio cinema magico. Su più schermi, collocati in diversi ambienti appositamente allestiti, scorrono opere di video-arte che testimoniano la storia del villaggio di Nabua, teatro di forti repressioni da parte del regime tailandese tra gli Anni Sessanta e Ottanta.

Ad essere protagonisti sono i giovani, figli e nipoti dei rivoluzionari di un tempo: tutto nasce in forma di documentario, registrando voci e impressioni. Ma trascende, presto, in una visionaria e straordinaria opera d’arte corale: il fluire delle immagini e delle parole prende il sopravvento, tessendo trame dal fascino surreale. Che portano alla mirabolante invenzione di una impossibile navicella spaziale, simbolo di uno slancio verso il futuro che è miraggio di riscatto sociale.

Ad accompagnare “Primitive” un intenso programma di eventi collaterali, sul filo di una narrazione che svela il debito dell’artista nei confronti del linguaggio cinematografico. In una “Rassegna d’autore” ecco la proiezione di pellicole firmate da autori del calibro di Francis Ford Coppola e John Cassavetes; impegnativo ma senza dubbio affascinante l’appuntamento notturno del 22 marzo. Hangar aperto dal tramonto all’alba per una retrospettiva completa dei film di Weerasethakul.