Biennale di Venezia: nel Palazzo Enciclopedico di Massimiliano Gioni

31 Maggio 2013


Il sogno romantico, struggente e visionario di Marino Auriti diventa realtà. Erano gli Anni Cinquanta quando l’eclettico artista autodidatta, italiano cittadino del mondo, depositò all’ufficio brevetti di New York la sua folle idea per un museo universale. Una raccolta dell’interno scibile umano, alta settecento metri e divisa in decine e decine di piani: una Torre di Babele. Che oggi vive ne Il Padiglione Enciclopedico  di Massimiliano Gioni.

Omaggio sentito a un artista dimenticato quello del curatore della Biennale di Venezia, che nella sua esposizione sceglie di raccontare il miraggio della conoscenza, l’utopia di disciplinare e ordinare tutto lo scibile umano. Un museo dei musei, realizzato assemblando gli interventi di 150 artisti in arrivo da quasi quaranta nazioni diverse. Un viaggio affascinante nel tempo e nello spazio, catalogo di culture e tradizioni tra loro divergenti.

Ci sono i mondi impossibili ritratti nelle matite di Lin Xue e le straordinarie fotografie naturalistiche di Eliot Porter e Patrick van Caeckenberg; ci sono i modi divergenti di guardare alla religione: attraverso la Bibbia a fumetti di Robert Crumb e con la ricostruzione di un’antica chiesa cristiana vietnamita da parte di Dahn Vo, che dimostra la felice integrazione tra stili e culture tra loro lontanissime. E c’è una mirabile varietà di modi di raccontare e raccontarsi.

Si passa dall’ipernaturalismo di John DeAndrea ai cyborg di Pawel Althamer, passando per le figure quasi tribali di Jimmie Durham e gli ironici pupazzi di Paul McCarthy. Il Palazzo Enciclopedico  ha il suo re:  è l’Uomo, espresso in una affascinante pluralità di linguaggi, eroe romantico e invincibile dell’avventura della Storia. Il miraggio di Marino Auriti non è mai stato così prossimo ad essere tangibile.