New York capitale del contemporaneo: dal 10 al 13 maggio va in scena la seconda edizione di Frieze, edizione americana della celebre fiera d’arte londinese. Sono 180 le gallerie nei padiglioni di Randall’s Island
Da Londra a New York, sempre nel segno dell’arte. Si rinnova la trasferta americana di Frieze, tra le più importanti fiere europee dedicate al contemporaneo, nata nel 2003 su iniziativa dell’omonima rivista: dopo l’edizione sperimentale dello scorso anno l’evento torna su Randall’s Island con 180 gallerie in arrivo da 32 diversi paesi del mondo. Nutrita la pattuglia italiana, con dieci operatori nella Main Section che accoglie gli spazi di maggiore tradizione.
Diversi i progetti speciali che arricchiscono il panorama della fiera: tra gli altri spicca l’omaggio al leggendario “Food”, ristorante e spazio culturale aperto nei primi Anni Settanta da Gordon Matta-Clark e Carol Goodden. Quattro gli artisti che si alternano ai fornelli nelle quattro serate di apertura della kermesse, facendo della cucina una piattaforma di eccentrica ibridazione di più linguaggi creativi.
Negli spazi all’aperto che abbracciano il padiglione espositivo Tom Eccles ha collocato il suo “Sculpture Park”. A giganteggiare sulle opere dei vari Franz West, Tom Burr e Jason Meadows è il mastodontico “Balloon Dog” di Paul McCarthy: è alta quasi venticinque metri la scultura che replica un palloncino annodato a formare l’immagine di un cane. Italiana la firma sulla sezione Sounds : la curatrice Cecilia Alemani ha selezionato tre diversi lavori sonori, fruibili anche attraverso il sito ufficiale della fiera.
L’approdo di Frieze ha portato, a New York, il consueto repertorio di fiere collaterali: alle ormai canoniche presenze di Nada e Pulse, eventi off di grandissimo richiamo si affiancano un paio di esordi assoluti. È il caso di Cutlog, fiera parigina che sbarca nel Lower East Side con una cinquantina di gallerie al seguito; ma soprattutto di Collective.1: edizione sperimentale per una kermesse esclusivamente dedicata al design.