Un avveniristico sistema digitale permette di connettersi all’architettura del ponte di Brooklyn, traducendo i rumori del traffico in melodie tutte a suonare. Spettacolare la “Human Harp” ideata dall’artista britannica Di Mainstone
Viene attraversato ogni giorno da non meno di seimila persone. Turisti e pendolari, viaggiatori e comuni cittadini: molti esterrefatti, rapiti dalla sua magnificenza; altri invece sfuggenti, rapidissimi, assorti nei propri pensieri e persi nel tran-tran quotidiano. Ad un orecchio attento – udito d’artista – i loro passi si combinano come musica; altrettanto fa il vento che sibila oltre il traffico, muovendosi tra i fili di metallo che da centrotrent’anni esatti uniscono le due rive dell’Hudson.
Nasce da una banalissima passeggiata sul ponte di Brooklyn l’idea che una delle architetture simbolo di New York possa essere riletta, rivista, reinterpretata in forma di gigantesco strumento musicale. Una folgorazione quella che ha colpito l’artista inglese Di Mainstone: immediata l’assimilazione visuale tra i potenti cavi che sorreggono la struttura e le corde di un’arpa, altrettanto quella uditiva che avvicina le passarelle in legno ad una perfetta cassa armonica.
Nasce così il progetto Human Harp , condotto dall’artista in collaborazione con la Queen Mary University di Londra e il collettivo AntiAlias. Arte e tecnologia si sposano nella realizzazione di una avveniristica imbracatura che permette di connettersi, attraverso appositi cavi, direttamente alla struttura del ponte. I rumori che coinvolgono lo spazio vengono tradotti in output sonori da un sensibile sistema digitale governato dal performer: che pizzicandone le corde determina melodie, armonie e intensità.
Nascono composizioni a casualità controllata, ritmi effimeri dal fascino stupefacente: il sussurro di una città che corre si trasforma nella sua stessa colonna sonora. Eterea, spaziale, assolutamente affascinante. Dopo il primo show che ha avuto come teatro New York, il progetto è pronto ad essere replicato in altre città del mondo. La sua forza sta infatti nella riproducibilità: ovunque ci sia un ponte sospeso, lì può risuonare Human Harp .
[nella foto di Martin Noboa la danzatrice Hollie Miller “suona” il ponte di Brooklyn]