Roma, riapre dopo un secolo il Teatro di Villa Torlonia

18 Dicembre 2013


Ha conosciuto una sola volta l’emozione della prima, la tensione che precede l’apertura del sipario, gli applausi scroscianti del pubblico. Poi l’oblio, il silenzio assordante calato come un maleficio su una struttura dal fascino unico, restituita oggi – dopo un attento restauro – alla collettività. Roma ritrova dopo oltre un secolo lo spettacolare Teatro di Villa Torlonia, gioiello che torna ad essere fucina di cultura.

Il progetto originario risale alla metà dell’Ottocento, con la commissione affidata dal principe Alessandro Torlonia a Quintiliano Raimondi. Un cantiere complesso quello che ha visto, dopo quasi trent’anni di lavoro, il completamento di una struttura di raffinata eleganza, impostata sui canoni tipici del neoclassicismo. L’apertura al pubblico solo nel 1905: e per un’unica rappresentazione. Poi il lungo silenzio, interrotto grazie ad una imponente campagna di recupero.

A rendere possibile la riapertura del teatro la sinergia vincente tra pubblico e privato, con Roma Capitale e la Sovrintendenza che ottengono il contributo di Pirelli e si appoggiano a livello gestionale alla rete Casa dei Teatri presieduta da Zetema Progetto Cultura. Nel futuro del nuovo spazio c’è l’accoglienza di compagnie sperimentali per periodi di residenza teatrale che culminano con la produzione dei loro nuovi spettacoli. Primi passi previsti dal prossimo mese di febbraio.

Con la riapertura del Teatro tornano visibili gli affreschi dimenticati di Costantino Brumidi, artista dalla vicenda biografica avventurosa e affascinante. Fuggito dalla Città Eterna dopo i moti risorgimentali del 1848, il pittore ripara in America, dove sa costruirsi una solida fama e ottiene incarichi di prestigio. Dal 1855 e fino alla morte, avvenuta venticinque anni più tardi, attende al capolavoro che gli vale l’appellativo di “Michelangelo degli Stati Uniti”: l’Apoteosi di George Washington  che decora la cupola del Campidoglio.