British Museum, compleanno da record

20 Gennaio 2014


Come ogni celebrità che si rispetti, in fondo, bara un po’ sulla sua età. Segnando su un’ipotetica carta di identità di essere nato a Londra il 15 gennaio 1759, quando in realtà il suo “papà” – sir Hans Sloane – gli diede i natali sei anni prima. Una discrepanza che non basta a togliere al British Museum lo status di museo pubblico più antico al mondo: compleanno da record per la storica istituzione, che soffia in questi giorni su duecentocinquantacinque candeline.

Compleanno importante per l’ente, che celebra così l’anniversario dell’apertura al pubblico della collezione acquisita da Sloane per la cifra di ventimila sterline. Un atto formale ratificato da re Giorgio II, che aveva certificato nel 1753 la nascita di una raccolta capace di quasi ottantamila tra reperti, cimeli e volumi appartenuti delle prestigiose biblioteche dei conti di Oxford e di sir Robert Bruce Cotton. Il punto di partenza per una raccolta che oggi supera gli otto milioni di oggetti conservati.

Superavano di poco le settanta unità i visitatori che, all’epoca, visitavano ogni giorno il British. Giunto nel 2013 al suo record assoluto di accessi: con picchi di quasi 34mila ingressi giornalieri, per un totale di sei milioni e settecentomila biglietti staccati. Un risultato che surclassa i cinque milioni e 800mila che nel 2008 avevano sancito il precedente miglior risultato di sempre, arrivando a migliorare anche i giorni di massimo afflusso registrati in occasione delle Olimpiadi di Londra del 2012.

L’exploit del British viaggia a rimorchio dell’imprevisto e straordinario successo delle sue ultime mostre temporanee: oltre 470mila i visitatori dell’evento dedicato ai fasti di Pompei, quasi centomila quelli accorsi per vedere le opere dell’arte shunga, con il delicatissimo erotismo dei disegni del Seicento giapponese a creare non poche polemiche. Per la scelta di vietarne la visione ai minori di sedici anni.