Gabriele Basilico in mostra: l’omaggio del MAXXI

15 Febbraio 2014


Aveva un dono straordinario. Quello di annullare ogni disturbo, cancellare il rumore bianco della vita che scorre inesorabile lungo le vene di città sempre più caotiche; racchiudere in un istante che punta all’infinito il rapporto intimo, privato, che si instaura tra chi guarda e il luogo che viene osservato. Non sono semplici paesaggi quelli raccolti nel corso della sua carriera da Gabriele Basilico, ma piccole sublimi schegge di eternità.

A un anno dalla scomparsa del grande fotografo, il MAXXI di Roma inscena il suo doveroso tributo. Mostrando da questi giorni e fino al prossimo 30 marzo settanta immagini in grande formato, spettacolari scatti in bianco e nero che testimoniano il fecondo rapporto di collaborazione tra il professionista e l’istituzione, custode orgogliosa di più progetti tra i tanti firmati dal maestro. Che non ha mancato di documentare, era il 2009, l’evoluzione del cantiere che avrebbe portato alla nascita del museo.

Quella eccezionale testimonianza, memoria di un passato che appare remoto pur nella sua immediatezza, si alterna alle campagne di indagine compiute nei primi Anni novanta in due luoghi simbolo per il percorso artistico di Basilico. Da un lato Beirut, raggelata nei postumi di una guerra delirante, sfregiata in modo forse indelebile ma trattata, dall’artista, con pietosa delicatezza. Dall’altro Milano, città del cuore, raccontata con la devozione dell’inguaribile innamorato.

In mezzo luoghi, scorci, segni consegnati alla Storia. Partendo dalla Napoli dei primi Anni Ottanta e arrivando alla Palermo contemporanea, passando – non solo fisicamente, ma idealmente – lungo i paesaggi dello stretto di Messina. E poi Roma, tanta Roma: tra reminiscenze archeologiche e i piccoli tesori dell’architettura Anni Trenta, riletta con raffinato senso per l’estetica delle forme. Una mostra capitale, accompagnata dalla video intervista con cui Amos Gitai coglie l’essenza di un grande del nostro tempo.
[nella foto: Gabriele Basilico, Cantiere del MAXXI, 2009 – courtesy Fondazione MAXXI]