Prima retrospettiva in quel di Venezia per Franco Fontana: una delle firme più prestigiose della fotografia italiana presenta 130 imperdibili scatti, a documentare mezzo secolo di carriera all’insegna del colore
È nato in un mondo in bianco e nero. Fissato in scala di grigio sulle pagine dei giornali, e come tale rivisto e riletto da tanti artisti della sua generazione – valga su tutti lo straordinario Gianni Berengo Gardin – magnifici testimoni di una stagione eroica, costruita alla luce delle chiaroscurali atmosfere neorealiste. Lui invece, fin dai primi click, ha cantato fuori dal coro. Lasciandosi sedurre dalla magnetica fascinazione del colore.
Titola dunque, non a caso, Full Color la grande retrospettiva che Venezia dedica a Franco Fontana, tra i numi tutelari della fotografia italiana. Centotrenta immagini raccolte, per la prima volta in Laguna, nelle sale di Palazzo Franchetti, sede dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, per una mostra costruita seguendo il filo della pura emozione, evitando didascaliche ricostruzioni critiche. Lasciando che sia la purezza di uno sguardo d’autore a guidarci attraverso mezzo secolo di suggestioni.
C’è il paesaggio al centro dell’attenzione di Fontana, capace come nessun’altro di leggere ciò che lo circonda nei suoi connotati estetici esemplari. Cogliendo frammenti di autentica poesia pittorica: quasi ricercasse nella vita di tutti i giorni quei frammenti di bellezza preconizzati dall’estro dei grandi artisti di ieri. E così il Mediterraneo fotografato nel 1988, nella sovrapposizione cromatica di linee che tagliano il blu del cielo e del mare, sembra concretare le astrazioni di Mark Rothko; mentre le coincidenze di rosso colte per le strade di Los Angeles – con auto, muri, abiti dei passanti in inconsapevole assonanza – costruiscono un teatro degno di Edward Hopper.
Ma non può del tutto mancare, nell’indagine di Fontana, l’uomo. Spogliato della sua aggressiva e pervasiva fisicità; ridotto – o meglio: nobilitato – a raffinata e fantasmagorica presenza. Appena percepibile nelle ombre che incrociano la verticalità delle strisce pedonali, giocando in modo sublime con le geometrie del contesto urbano; oppure delicatamente inserita nel paesaggio in forma di simulacro.
[nella foto: Franco Fontana, Puglia (1987) © Franco Fontana]