Mostre: Alfred e Gisela Andersch. Una storia d’’amore e di arte

17 Marzo 2014


Lui è stato intellettuale attento e raffinato, capace di capire con una puntualità prossima alla preveggenza l’evoluzione dello stile letterario in Europa e nel mondo. Individuando tra i primi, e promuovendo ai livelli più alti, figure che spaziano da Cesare Pavese a Pablo Neruda, da Samuel Beckett a Jorge Luis Borges. Lei è stata apprezzata artista visuale, autrice che agli inizi degli Anni Sessanta si vota ad un astrattismo geometrico dalle eleganti e originali soluzioni formali.

Una coppia unica quella composta da Alfred Andersch e dalla moglie Gisela, protagonisti della vita culturale nell’Europa a cavallo tra gli Anni Trenta e il secondo dopoguerra. Un percorso in parallelo, il loro, che in occasione del centenario della nascita (avvenuta nel 1913 per lui, l’anno successivo per lei) offre al Museo d’Arte Moderna di Ascona, nel Canton Ticino, l’opportunità per una duplice retrospettiva, in scena da queste settimane e fino al prossimo 1 giugno.

Ad essere esposte sono le prime edizione delle opere di Alfred, partendo dalla raccolta completa della fondamentale rivista di critica letteraria Texte und Zeichen , insieme a un ricchissimo repertorio iconografico. Decine le fotografie d’epoca che documentano i frequenti viaggi della coppia in giro per l’Europa, a caccia di talenti e ispirazione, nell’implicito progetto di creazione di una rete culturale che travalicasse le frontiere, abbattendo le barriere di prevenzione e ideologie.

Ci si concentra sulla fase inaugurata nei primi Anni Sessanta per focalizzare la parabola artistica di Gisela. Da quando cioè, suggestionata dall’incontro con Max Bill, riprende i dettami di De Stijl e li reinterpreta trovando la propria strada nel solco dell’astrazione, della geometria, della pura linea: offrendo soluzioni che vivono indipendentemente, ma che sanno anche accompagnare in forma di veste grafica gli scritti del marito. In una fantastica e irripetibile coincidenza creativa.

[nella foto: Gisela Andersch, Axe 34, 1973 © Annette Korolnik-Andersch, Carona]