Verona ritrova la sua Galleria d’Arte Moderna

15 Aprile 2014


Un complesso architettonico dal fascino antico, testimone dei fasti di un medioevo che ha ispirato a Shakespeare il suo dramma più amato. Una collezione – o meglio: una raccolta di collezioni – che ha sedimentato in città un patrimonio di quasi 1.500 opere di primissimo piano e la direzione artistica di un curatore tra i più stimati del panorama italiano. Ingredienti che fanno della riapertura della Galleria d’Arte Moderna di Verona un evento di assoluto richiamo.

È rimasto chiuso al pubblico per quasi trent’anni lo storico Palazzo della Ragione, dieci dei quali occupati dal cantiere che ha permesso di riorganizzarne gli ambienti e renderli disponibili al riallestimento delle collezioni più ricche presenti in città. Da un lato il lascito di Achille Forti, mecenate che alla fine degli Anni Trenta ha permesso la nascita del museo civico; dall’altro i tesori della Fondazione Domus e della Fondazione Cariverona.

Un patrimonio sterminato, all’interno del quale si è mosso Luca Massimo Barbero: sua la selezione di 150 opere che raccontano, in mostra permanente dal 12 aprile, il cammino di un secolo d’arte. Partendo dal 1840, con l’inizio della stagione romantica, e arrivando allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale: confini cronologici che inquadrano una lunga parentesi di suggestioni, trasformazioni, modulazioni di linguaggi dal fascino assoluto.

Tra i capolavori assoluti, immancabile, la celeberrima Meditazione  di Francesco Hayez, ma anche un saggio delle straordinarie intuizioni plastiche di Medardo Rosso. Ampiamente documentata, in tutte le sue declinazioni, la scena italiana del primo Novecento: passando dal Futurismo di Balla e Boccioni all’espressionismo di Rosai, arrivando attraverso De Chirico e De Pisis al realismo magico di un autore eccentrico e ancora tutto da scoprire come Cagnaccio di San Pietro.

[nella foto: il nuovo allestimento di Palazzo della Ragione, Verona – photo Lorenzo Ceretta]