Cinquecento opere per raccontare uno tra i più grandi fotografi del Novecento. Parigi ricorda Henri Cartier-Bresson, a dieci anni dalla morte, con una imponente retrospettiva al Centre Pompidou
Monumentale, totale, definitiva. È la mostra omaggio che Parigi dedica, nel decimo anniversario della scomparsa, al talento unico e inarrivabile di Henri Cartier-Bresson: più che un semplice fotografo un autentico filosofo dell’immagine, capace di definire standard estetici che hanno segnato non solo il modo di scattare. Ma il modo di guardare, osservare, cogliere situazioni e dettagli. Scovando ovunque la tensione di una inesprimibile bellezza.
Oltre cinquecento i lavori esposti fino al 9 giugno al Centre Pompidou, per una retrospettiva procede lungo binari paralleli. Riuscendo a seguire l’andamento cronologico dell’avventura di Cartier-Bresson nel mondo dell’immagine, documentando così l’evoluzione della suo gusto e della sua tecnica; ma al tempo stesso aprendo parentesi su progetti, missioni, spedizioni, soggetti privilegiati: per una doppia visuale, complessiva e insieme particolareggiata, dal rigore assoluto.
Il viaggio parte allora con le rare testimonianze del reportage giovanile in Africa e fa ben presto tappa nella Parigi degli amici surrealisti, al seguito di André Breton e Jacques-Émile Blanche; passa per la stagione dell’impegno sociale e politico, con la memoria del soggiorno negli Stati Uniti della Grande Depressione e nell’Europa che scivola lentamente nelle spire dei nazionalismi. Mostra l’avvicinamento del maestro al cinema, filtrato attraverso il rapporto con Jean Renoir e arriva fino alla piena maturità di un artista dal pregio assoluto.
Decine le immagini iconiche esposte nelle sale del museo parigino. Immancabile la Derrière Gare Saint-Lazare , con il celeberrimo sconosciuto colto nell’atto di saltare una pozzanghera; come pure l’ampio drammatico report realizzato nel 1948 in India, in occasione dei funerali di Gandhi. Nelle immagini di Cartier-Bresson la Storia con la esse maiuscola incontra quell’altra, forse minima ma non minore, nelle celebrazione straordinariamente priva di retorica dell’uomo. Della sua vita, delle sue avventurose contraddizioni.
[nella foto: Henry Cartier-Bresson – Martine Franck, Paris, France, 1967 – Stampa ai sali d’argento 30.2 x 44.8 cm. Eric and Louise Franck Collection, London © Henri Cartier-Bresson/Magnum Photos, courtesy Fondation Henri Cartier-Bresson]