Venticinque artisti dal Sahel a Cape Town: il progetto “Here Africa” porta in mostra a Ginevra i più interessanti maestri della scena contemporanea africana. Tra concettuale, pittura, video e fotografia
Un mosaico di popoli e tradizioni, lingue e linguaggi espressivi tra loro spesso lontanissimi; un calembour di saperi e sapori, colori ed emozioni che raccontano storie dal fascino antico. Affondando le proprie radici in un passato che prova tenacemente, nonostante le difficoltà, a trasformarsi in futuro. Una, nessuna, centomila: è l’Africa raccontata, oggi, dai suoi artisti.
Venticinque quelli che hanno raccolto l’invito di Adelina von Fürstenberg e partecipato a Here Africa, collettiva che indaga le urgenze, le tensioni, i sogni e le ambizioni di un continente dalla ricchezza straordinaria. Dove? In luogo simbolo dell’internazionalità: a Ginevra, nelle sale del Musée des Suisses dans le Monde; che da spazio che racconta l’epopea di un popolo di emigranti si trasforma in casa dove ricomporre la diaspora di uomini e donne che vengono da lontano.
Non mancano le firme già da tempo riconosciute dai più alti livelli dell’art world: su tutte quella del senegalese Chéri Samba, che con la sua pittura dai toni quasi naïf dà voce al senso di spaesamento e sradicamento di un intero popolo; e ancora quelle di Yinka Shonibare e Pascale Marthine Tayou, quest’ultimo recente protagonista di un colossale intervento al Macro di Roma.
Con le loro opere le straordinarie fotografie di Filipe Branquinho, eroico racconto di una quotidianità che in Mozambico assume connotati epici, e una ricca selezione di lavori che guardano alle ultime evoluzioni della scena mediterranea. I video lo-fi della giovanissima Adelita Husni-Bey, nata a Milano da madre italiana e padre libico, ci offrono uno sguardo nuovo e originalissimo sulla Primavera Araba
[nella foto: Filipe Branquinho – Vendedor de mercado, 2011 © Filipe Branquinho Courtesy Galerie MAGNIN-A, Paris]