Mostre dedicate alle scuole olandese e danese, la partecipazione di un big come Jan Kath ma anche la scoperta di Marc Dibeh, giovane promessa locale. Diversi gli spunti che fanno della Beirut Design Week un appuntamento interessante, spazio per il confronto tra Oriente e Occidente.
I termini del confronto tra Oriente e Occidente, da queste parti, si sono troppo spesso declinati in forma di scontro violento, raramente attraverso il dialogo. Eppure il Libano resta snodo fondamentale per l’incontro tra culture, civiltà, filosofie tra loro diverse e complementari; piattaforma dove insistere nella sperimentazione di meccaniche dell’integrazione: prima di tutto su un piano culturale, presupposto fondamentale per ottenere risultati anche dal punto di vista politico e sociale.
Assume dunque molteplici motivi di rilevanza la terza edizione della Beirut Design Week, appuntamento che si apre lunedì 9 ed è destinato a concludersi domenica 15 giugno: un evento, giunto alla sua terza edizione, che apre diversi spazi di una città ancora convalescente dopo le ferite inferte dalla guerra e dalla recrudescenza del terrorismo. Ospitando oltre novanta tra mostre, workshop, incontri e seminari giocati sul confronto tra la scuola locale e i nomi più interessanti della scena internazionale.
Fari puntati sull’Europa, considerata ancora come principale modello di riferimento: sono una ventina i maestri danesi in mostra nel suk della città – su tutte spicca la firma di Jørn Utzon – per una mostra che si concentra sui temi della sostenibilità ambientale; eccentrico ed eclettico il focus dedicato agli ultimi sviluppi della premiata scuola olandese, rappresentata dalle creazioni dei vari Niels Bakkerus e Angela Jansen, Mieke Meijer e Rik Runge.
Ma è negli incroci tra Asia e Vecchio Continente che si respirano le suggestioni più interessanti. Come nel caso del lancio, in contemporanea, di due nuove linee di tappeti: quella del tedesco Jan Kath (nella foto), ispirata a trame e suggestioni iraniane, posta in dialogo con l’ultima serie di lavori di Mohamed Maktabi; da segnare in agenda anche la personale di Marc Dibeh, giovane stella libanese dal gusto cosmopolita, già entrata nei radar della scena mondiale.