Cosa colleziona uno tra i più grandi fotografi di moda del nostro tempo? Irving Penn e Diane Arbus, Helmut Newton e Herb Ritts. Ma anche Andy Warhol e Cindy Sherman. Raffinatissime le suggestioni della raccolta di Mario Testino, in mostra alla Pinacoteca Agnelli
È considerato uno tra i fotografi più influenti del nostro tempo, guru della moda capace di contribuire – grazie ai suoi magnifici scatti – alla consacrazione della musa e amica Kate Moss. Mario testino è ciò che può a pieno titolo definirsi un trend setter: ciò che il suo occhio inquadra e fissa su pellicola diventa immediatamente simbolo di stile ed eccellenza. Ecco perché la mostra che alla Pinacoteca Agnelli di Torino porta i pezzi pregiati della sua collezione personale assume i caratteri di una enciclopedia del gusto contemporaneo.
Accadde solo due anni fa con Damien Hirst, chiamato a condividere con il pubblico i pezzi della sua raccolta provata; la magia si ripete oggi con Testino: da collezionista a collezionista. Con un taglio, in questo caso, naturalmente e inevitabilmente centrato sulla bellezza. Lo dimostrano lo spettacolare celeberrimo ritratto che Herb Ritts ha dedicato a Cindy Crawford e quello che ha visto Richard Avedon scherzare con Twiggy, in una serie di incontri unici tra dive della passerella e maestri assoluti dell’immagine.
Ma non di sola moda vive la collezione Testino, che anzi rivela la curiosità a trecentosessanta gradi del suo proprietario. Sedotto dagli scatti di Irving Penn ed Helmut Newton, ma anche dalla pop-art di Andy Warhol, dai freak di Diane Arbus, dai capolavori più recenti di Cindy Sherman e – forse a sorpresa – dalla pittura. Quella elegante e malinconica di Francis Alÿs, ma anche quella di Tauba Auerbach.
Un interesse sconfinato, disinvolto, a tutto campo. In una parola: libero. Non è un caso allora se la mostra titola Somos Libres II , citando il verso iniziale dell’inno nazionale del Perù, terra di origine di Testino. “Quando il Perù ottiene l’indipendenza dalla Spagna” scrive lo stesso fotografo nella nota che accompagna l’esposizione “siamo diventati un paese libero di esistere e di scoprire la nostra identità. Nel mio lavoro e nella scelta delle opere in mostra mi sono ispirato a questo e alla libertà da vincoli esterni che ispira gli artisti” .