Al via la diciottesima edizione del Festivaletteratura di Mantova, trasformata per cinque giorni in capitale italiana del libro. Atteso Michael Cunningham, tanti gli autori italiani: da Paolo Nori a Philippe Daverio
È nato spontaneamente, su iniziativa di chi ama i libri al punto da farne la propria ragione di vita. Sono stati i librai di Mantova a immaginare, diciotto anni fa, una rassegna che annullasse le distanze tra autori e lettori, costruendo tra le parti un dialogo mai così schietto e sincero; a loro il merito di aver gettato il seme di quello che, oggi, è uno degli appuntamenti culturali più popolari e amati d’Italia. Torna dal 3 al 7 settembre il Festivaletteratura.
Quasi quattrocento gli scrittori invitati nella città lombarda, protagonisti di decine di incontri, talk, confronti, happening, spettacoli e performance. Nel segno di uno sguardo doverosamente puntato sulla cronaca internazionale, nella speranza di capire più da vicino la drammatica e complessa situazione vissuta nelle aree più calde del mondo. Partendo dallo scacchiere mediorientale e arrivando al braccio di ferro tra Russia e Ucraina.
In arrivo a Mantova, dunque, il poeta palestinese Mourid Barghouti e l’israeliana Miki Ben-Cnaan; ma anche il reporter ucraino Andrei Kurkov, testimone delle proteste di piazza Majdan e il moscovita Vladimir Sorokin, lucido analista della società russa contemporanea. Con loro Benedetta Tobagi e Salvatore Lupo, per un ritratto delle più grandi tragedie italiane recenti, tra brigatismo e criminalità organizzata.
Altri temi ma medesime fortissime emozioni quelle suscitate da alcuni tra gli opsiti più attesi. Su tutti Michael Cunningham, già autore del best-seller The Hours , oggi in Italia per presentare il suo ultimo lavoro; e poi il premio Pulitzer Elisabeth Strout e Sebastiano Vassalli. Giornata di apertura del festival affidata a Paolo Nori, irresistibile nei suoi monologhi, e a Philippe Daverio: sarà il critico d’arte a ricordare il mantovano Tazio Nuvolari, leggendario asso dell’automobilismo.