Torino Film Festival tra Woody Allen e Nick Cave

Lascia poco spazio al gossip e alle passerelle di vip nostrani e stranieri, concentrandosi in via esclusiva sul cinema: e che sia di qualità. In tempi di crisi anche le grandi rassegne di adeguano al clima di austerity: non è da meno il Torino Film Festival, che inaugura la sua 32esima edizione con un budget decurtato rispetto al passato di circa 200 milioni di euro. A farne le spese è allora il superfluo, a beneficiarne lo spettacolo. Quello vero, che comincia quando in sala si spengono le luci…

Quindici i film in concorso nella sezione principale di una kermesse per la prima volta diretta da una donna, il critico cinematografico Emanuela Martini: il regolamento vuole in corsa solo titoli inediti in Italia, figli di registi con un curriculum ridotto a non più di tre film, segno del carattere altamente sperimentale della rassegna. Tra i favoriti della vigilia i vampiri neozelandesi di What We Do In The Shadows (nella foto) e l’esordio del belga Bas Devos con l’inquietante thriller Violet .

Tanti i titoli intriganti tra i quasi duecento presentati nella cornice di un festival che proclamerà i suoi vincitori il prossimo 29 novembre. Anteprima nazionale per Magic in the Moonlight , malinconica vicenda in salsa charleston che vede Woody Allen dirigere Colin Firth ed Emma Stone; attesa anche per Ogni Maledetto Natale , nato dal laboratorio creativo che sfornato il successo di Boris , anti-cinepanettone che si propone di dare nuova linfa alla commedia all’italiana.

Porta la firma dei video-artisti Iain Forsyth e Jane Pollard una delle altre grandi prime del festival: nel loro 20.000 Days On Earth  seguiamo – tra realtà e licenze poetiche – una giornata tipo del grandissimo Nick Cave, ombrosa rockstar australiana con la passione, magnificamente assecondata, per la scrittura. Un docu-film che, partendo dal modello rappresentato da Cave, diventa in realtà occasione per riflettere in modo completo sulla figura dell’artista e sul suo ruolo nel mondo di oggi.