Fumetti: in mostra a Milano il mito di Tex Willer

2 Gennaio 2015


Ogni sua uscita mensile sfiora, in edicola, le 190mila copie vendute: non esiste in Italia fumetto che abbia più seguito di Tex , serie di punta della leggendaria casa editrice Bonelli. Una lunga cavalcata quella dell’eroico ranger dai modi bruschi ma dall’animo gentile, sempre pronto a correre in aiuto dei più deboli; un’avventura cominciata nel lontano 1948 e ancora lontanissima dal viale del tramonto.

Al mitico personaggio è dedicata la grande antologica ospitata fino al 18 gennaio allo Spazio WOW, il museo del fumetto di Milano. Una mostra che cade a vent’anni esatti dalla scomparsa di chi ha contribuito a tatuare nell’immaginario collettivo il volto dell’irresistibile cowboy: Aurelio Galleppini, in arte Galep, primo e più amato disegnatore delle tavole sceneggiate per oltre quarant’anni – fino al suo ritiro dalle scene, avvenuto nel 1991 – da Gian Luigi Bonelli.

Sono esattamente quattrocento le copertine di Tex  illustrate da Galep, duecento quelle originali esposte a Milano per un affascinante amarcord che spazia dalle prime ormai introvabili uscite in formato a striscia fino agli albi più recenti, della cosiddetta serie Gigante . Un vero e proprio tesoro, che si accompagna a edizioni rare dei numeri più iconici: come il mitico primo episodio della serie, l’indimenticabile La Mano Rossa .

Ma il momento della consegna alle edicole è solo il punto di arrivo di un processo creativo di grande meticolosità e precisione. Un lavoro restituito in mostra grazie a preziosissimi materiali d’archivio: si passa dagli stralci della corrispondenza tra Bonelli e Galep, vero e proprio brainstorming su carta, ai bozzetti e agli schizzi dello storyboard. Passando per le testimonianze del rapporto che il personaggio di Tex Willer ha avuto con il mondo del cinema.