Le Fruttiere di Palazzo Te ospitano 53 capolavori del maestro catalano, tra cui sorprendenti arazzi e coloratissime terrecotte, in una mostra monografica che resterà aperta a Mantova fino al 6 aprile 2015.
Frutto della collaborazione tra il Comune di Mantova e la Fundació Pilar i Joan Miró a Mallorca, la mostra Mirò. L’impulso creativo inaugurata lo scorso novembre è un’occasione importante, per il grande pubblico di appassionati d’arte in Italia, di scoprire la produzione artistica di Joan Mirò secondo nuove, inedite chiavi di lettura. La mostra si propone infatti di avvicinare lo spettatore non solo ai 53 capolavori in mostra, ma alla passione e alla stessa forza interiore che hanno permesso all’artista di realizzare opere di tale impatto, visivo e storico.
A dimostrazione della ricchezza espressiva di Mirò, la mostra presenta infatti olii e persino disegni di grande formato, come il Senza titolo del 1974, e poi una serie variegata di opere in formati a cui gli spettatori sono forse meno abituati: arazzi quali La lucertola dalle piume d’oro (sopra in foto), bronzi e sculture altrettanto variopinte quale il modello in scala Progetto per un monumento, del 1972.
Pur nella varietà delle realizzazioni, la mostra torna a più riprese sui temi e i motivi più ricorrenti nella produzione dell’artista catalano, evidenziando un’iconografia organica a tutto il corpus di opere esposte, come ha voluto la curatrice Elvira Cámara López: la donna, gli uccelli, le costellazioni, la testa umana vengono analizzati, decostruiti e fantasticamente ricostruiti opera dopo opera, anno dopo anno. Secondo un modus operandi “seriale” che in realtà ricorda quello dei bambini, la gioia che provano nel riappropriarsi continuamente di storie e giochi già sperimentati, e di cui ogni volta fanno esperienza con rinnovata gioia.
La creatività di Mirò si rivolge, analogamente a quella infantile, sia all’esperienza sensibile che all’ideale sotteso. Ed eccolo infatti sperimentare supporti poco convenzionali, persino per le avanguardie artistiche del Novecento: il cartone ondulato e la carta vetrata, la cui casuale irregolarità sono la premessa perfetta per l’artista che vuol restare sorpreso dal suo stesso dipingere.
Non a caso, tre delle cinque sezioni in cui si articola la mostra si concentrano appunto sugli aspetti materiali del processo creativo di Mirò, evidenziando le conseguenze poetiche di alcune sue scelte più “tecniche”: il gesto, il trattamento dei fondi, la sperimentazione con i materiali – appunto. A completare la disanima critica del lavoro di Mirò, le sezioni dedicate al predominio del nero – sempre più forte nel corso della sua produzione – e l’eloquenza della semplicità, tanto delle forme rappresentate che degli elementi stilistici. Caratteristica alla base e assieme massima aspirazione di tutto il suo operato.
[Foto d’apertura: Joan Miró, Josep Royo, La lucertola dalle piume d’oro, 1989-1991. Lana, cotone e juta, 190 x 270 cm. Archivo Successió Miró. © Successione Miró by SIAE 2014]