È scomparso all'età di 87 anni lo scrittore Günter Grass, tra i primi romanzieri tedeschi ad affrontare la pesante eredità storica del proprio Paese nella Germania del dopoguerra.
In un ospedale di Lubecca si è spento oggi, 13 aprile, lo scrittore tedesco Günter Grass. I suoi romanzi – a cominciare dall’esordio nel 1959 con Il tamburo di latta – hanno promosso in Germania l’avvio del dibattito critico e sociale attorno alla pesante eredità politica del Paese all’indomani della Seconda Guerra Mondiale.
La Germania post-bellica aveva di fatto cercato di rimuovere il proprio passato, a partire dall’ascesa al potere del regime nazista, schiacciata dal senso di colpa collettivo per le tante tragedie perpetrate.
Al contrario, sin dall’opera prima Günter Grass esprime la vergogna e l’orrore dei tedeschi di fronte agli eccidi compiuti dai gerarchi nazisti con la connivenza della popolazione che, spesso tenuta all’oscuro di tutto, lo stesso non riesce a perdonarsi la mancanza di coscienza politica.
Ne Il tamburo di latta – primo romanzo della cosidetta Trilogia di Danzica – scene surreali e simboli di forza espressionista servono a veicolare il vissuto collettivo e rappresentarlo in forma di metafora: per esempio, il presunto padre del “tamburino” Oskar muore strozzandosi con una spilla a forma di svastica, che aveva cercato di inghiottire per nasconderla ai nemici russi; la tragica assurdità della sua morte esemplifica così l’atteggiamento tedesco nei confronti del proprio passato, che continua a pesare sulla neonata democrazia nonostante non se ne voglia parlare.
Per tutta la sua esistenza, Günter Grass ha continuato in questo proposito di stimolare – spesso in modo provocatorio – il dibattito politico e sociale attorno ai grandi temi del conflitto, della violenza – anche di genere, come nel romanzo Il rombo del 1979 – e della disuguaglianza tra individui e comunità.
La sua coscienza critica è stata tale da non fare sconti neppure a se stesso, portandolo a raccontare la sua – brevissima e improduttiva – militanza nelle SS da adolescente, come ricordato nella sua autobiografia (Sbucciando la cipolla, 2006).
Un’onestà intellettuale che non ha mancato di provocare rabbia e indignazione, nel corso di tutta la carriera di Günter Grass, sia come scrittore sia come attivista. La stessa voce critica e onesta di cui, a partire da oggi, la cultura mondiale rimpiangerà la mancanza.