La storica sede dell’ateneo patavino si prepara ad accogliere turisti e residenti alla scoperta di un gioiello architettonico che coniuga tradizione e modernità.
Manca poco alla riapertura al pubblico di uno degli edifici più rappresentativi di Padova. Dal mese di giugno, l’intero complesso monumentale del Bo, tuttora sede dell’antichissima università cittadina, sarà finalmente accessibile ai visitatori. Padovani e non potranno ammirare le splendide architetture del palazzo durante i fine settimana, seguendo un affascinante percorso di guida.
Oltre alle origini cinquecentesche, il Palazzo Bo vanta anche una straordinaria componente moderna, nonostante la pesante influenza esercitata sull’architettura dal Ventennio fascista. Per lo più sottovalutata, l’ala recente custodisce in realtà una serie di preziose testimonianze del design e della storia artistica del Novecento, che finalmente ottiene la meritata attenzione attraverso il nuovo itinerario di visita.
Partendo dal rinascimentale Cortile Antico, attraversando il Teatro Anatomico (capolavoro ligneo del Cinquecento), la Sala dei Quaranta con la Cattedra di Galileo Galilei e la grandiosa Aula Magna, si raggiunge la Basilica, reinterpretata dalla creatività di Gio Ponti. Per volere dell’allora rettore Carlo Anti, infatti, all’inizio degli anni Trenta il famoso designer e molti artisti contemporanei – tra cui Achille Funi, Gino Severini, Carlo Scarpa, Arturo Martini – impreziosirono con le loro opere numerose sale del Bo, esaltandone il valore storico e culturale.