Con una serie di scatti che testimoniano il diffondersi dell'epidemia di Ebola a Monrovia, capitale della Liberia, il fotografo statunitense John Moor si è aggiudicato l'Iris d'Or e il titolo di Fotografo dell'anno ai Sony World Photography Awards 2015.
Più che “foto” della settimana, al singolare, per questo articolo si dovrebbe parlare di “serie” di fotografie. E di fotografo, perché ai Sony World Photography Awards di quest’anno è stato premiato con l’Iris d’Or un intero reportage, a opera dello statunitense John Moore.
La giuria internazionale del concorso fotografico ha assegnato al reporter il titolo di Fotografo professionista dell’anno lo scorso 23 aprile, con un comunicato che spiega bene le ragioni della scelta: “Immortalando l’epidemia, John Moore mostra tutta la brutalità che caratterizza la vita quotidiana di queste persone, dilaniate da un nemico invisibile. Ciò che gli è valso il titolo, però, è il suo approccio davanti a un simile orrore: gli scatti, intimi e rispettosi, commuovono lo spettatore per il loro coraggio e per l’integrità giornalistica. È difficile stabilire il confine sottile tra immagini che sfruttano queste situazioni e immagini che veicolano la stessa idea con sensibilità, compassione ed empatia, ma Moore è riuscito ad andare in quest’ultima direzione in maniera ineccepibile. Coronano il tutto la predisposizione alle composizioni potenti e una narrazione visiva convincente: ecco come nasce uno straordinario esempio di fotografia documentaristica”.
Invece di focalizzarsi sull’oggetto del dramma – la malattia letale, inevitabilmente rappresentata dalle sue vittime esanimi – il fotografo ha concentrato i mezzi espressivi a sua disposizione su coloro che restano. Disperati o intenti a lottare contro l’epidemia dilagante, comunque vivi. Restituendo così alla comunità di Monrovia (la capitale dello stato africano della Liberia) la dignità di soggetti nel senso pieno del termine: individui che sentono, reagiscono e agiscono, invece di costituire il mero oggetto delle “attenzioni” del pubblico.