Al WestLicht Museum di Vienna, dal 26 giugno al 9 agosto sarà esposta una selezione delle fotografie del maestro Mario Giacomelli. Tra realismo documentario e astrazione grafica.
La fotografia italiana arriva in terra austriaca, al WestLicht Museum di Vienna, con la mostra Against Time e gli scatti del maestro Mario Giacomelli. Dal 26 giugno al 9 agosto, nel museo austriaco dedicato alla fotografia sarà esposta una selezione di circa 100 esemplari del tipografo e fotografo di Senigallia, provenienti dalla Photography Collection OstLicht, con la collaborazione di Katiuscia Biondi, nipote dell’artista e direttore dell’archivio a lui intitolato a Sassoferrato.
Dagli anni Cinquanta, Mario Giacomelli inizia a fotografare paesaggi e individui dell’Italia del dopoguerra, con un occhio al cinema neorealista di quegli anni e l’altro alla grafica, sino a sviluppare una sua grammatica visiva originale, a metà strada tra realismo documentario e un’estetica lirica e soggettiva.
I suoi scatti sono caratterizzati da una tendenza all’astrazione grafica e ai contrasti netti tra il bianco e il nero. Emblematica in tal senso è la famosa fotografia che proponiamo in apertura dell’articolo: scattata da un aeroplano, ritrae un gruppo di giovani preti in uno spensierato girotondo sulla neve. Il nero degli abiti talari si staglia con forza sul bianco candido del manto nevoso, mentre il realismo della scena si stempera nella poesia e nelle linee arabescate della danza di memoria matissiana. Lo scatto appartiene non a caso a una serie il cui titolo – Io non ho mani che mi accarezzino il volto – è già estremamente lirico, derivato da una poesia di Padre David Maria Turoldo.
Nella mostra al WestLicht Museum di Vienna, le serie fotografiche esposte coprono un arco temporale che dagli anni Cinquanta arriva sino al 1990, mostrando l’evoluzione del linguaggio di Mario Giacomelli e l’importanza della sua originale produzione nell’Italia del secondo Novecento.