La mostra ‘Jean Dubuffet. Il Teatro del suolo’ riporta in Italia i Phénomènes dell'artista francese che per primo ha teorizzato l'Art Brut: una lunga serie di sperimentazioni grafiche sospese tra arte e scienza. Dal 26 giugno al 31 ottobre, nella nuova ala dell’Orto botanico di Padova.
Nel 1964, l’artista francese Jean Dubuffet esponeva a Palazzo Grassi, a Venezia, l’inedito ciclo dei Phénomènes, realizzato tra il 1958 e il 1962 e ispirato ai fenomeni della natura e alle differenti conformazioni del suolo. Dopo 51 anni, questa imponente opera di 324 litografie torna in Italia, nella cornice del nuovo Giardino della biodiversità dell’Orto botanico di Padova.
Dal 26 giugno al 31 ottobre, nella mostra Jean Dubuffet. Il Teatro del suolo sarà esposto l’intero corpus di lavori – a colori e in bianco e nero – generati dalla semplice impronta di diverse superfici naturali, o attraverso processi chimici sperimentali eseguiti dall’artista sulla pietra litografica. In ogni stampa, Debuffet registra e cataloga l’epidermide della terra con perizia da geologo, creando un catalogo di immagini che vivono in bilico tra scienza e poesia.
In prestito dalle collezioni permanenti di alcuni dei più importanti musei del mondo, quali il Centre Georges Pompidou di Parigi, il MoMA e il Solomon R. Guggenheim di New York, grazie alla collaborazione della Fondation Dubuffet e della Galerie Baudoin Lebon di Parigi, i Phénomènes potranno essere ammirati a Padova, in dialogo con la natura custodita nella nuova ala dell’Orto botanico di Padova, Patrimonio UNESCO.
L’Orto fu istituito nel 1545 per la coltivazione di piante medicinali. Il Giardino della biodiversità è stato inaugurato, invece, lo scorso settembre. Nel nuovo spazio vivono circa 1300 specie vegetali, suddivise per fasce climatiche, riprodotte all’interno dello spazio protetto per permettere la sopravvivenza delle piante. Nel giardino esterno sono state invece coltivate specie compatibili con il clima locale.
[Immagine in apertura: Jean Dubuffet, Chaussée terreuse, 4 da Aires et lieux © SIAE, Roma 2015]