Shunk-Kender, i fotografi degli artisti

3 Luglio 2015

Harry Shunk, Yves Klein in Leap into the Void (Saut dans le vide), 1960

Fino al 4 ottobre prossimo, la Robert and Joyce Menschel Photography Gallery – al terzo piano del colossale MoMA di New York – ospita Art on Camera: Photographs by Shunk-Kender, 1960–1971, una coinvolgente rassegna incentrata sul profondo rapporto tra il mezzo fotografico e gli artisti del secolo scorso, che per una volta diventano il soggetto di un altro creativo.

Le immagini in mostra sono l’esito della proficua collaborazione tra il fotografo tedesco Harry Shunk e l’ungherese János Kender, entrambi scomparsi negli anni Duemila, conosciuti nel panorama internazionale come uno straordinario duo di professionisti dello scatto.
Tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Settanta, la coppia Shunk-Kender si distinse per l’incredibile capacità di immortalare il lavoro degli artisti, tra performance, mostre e ritratti in azione.

Le immagini esposte a New York sono state selezionate da una collezione di oltre 600 scatti acquisiti dal MoMA in seguito a un’ampia donazione da parte della Roy Lichtenstein Foundation e raccontano il ruolo di testimoni visivi giocato da Shunk-Kender nei confronti del clima artistico della loro epoca.
Gli affascinanti scatti in bianco e nero ritraggono soprattutto l’evoluzione degli Happening e della Land Art, con opere di artisti divenuti leggendari come Vito Acconci, John Baldessari e Richard Serra.

Parigi apre l’esposizione newyorkese facendo da sfondo allo storico scatto del 1960, Leap into the Void (Saut dans le vide), con un memorabile Yves Klein colto sorprendentemente in volo grazie al fotomontaggio di Shunk-Kender (nell’immagine in apertura).
È poi la Grande Mela a dominare il resto della rassegna, protagonista di una serie di fotografie a cavallo tra arte e documentazione, come il reportage degli stupefacenti happening di Yayoi Kusama alla fine degli anni Sessanta.